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ULTIMO AGGIORNAMENTO : 19 Gennaio 2025 - 20:50
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Volevano produrre un milione di mascherine illegali: sequestrato laboratorio nel Casertano. Nei guai 10 rivenditori.

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Volevano produrre un milione di mascherine illegali: sequestrato laboratorio. Nei guai 10 rivenditori. 110 mila quella sequestrate dalla Guardia di Finanza a Caserta, Aversa e Capua. Bloccato un camion diretto a Pietramelara. Erano presenti, inoltre, oltre 2 tonnellate di semilavorati e materie prime destinate alla realizzazione di almeno un milione di mascherine.

La Guardia di Finanza di Caserta ha sequestrato un laboratorio di produzione non autorizzato: denunciati 10 rivenditori e sequestrate oltre 110mila mascherine FFP2 e FFP3 con certificazioni false e mancanti. Allโ€™inizio dellโ€™emergenza sanitaria i dispositivi di protezione individuali con potere filtrante testato e certificato secondo rigorosi standard internazionali (classe FFP2 o FFP3) sono diventati subito โ€œmerce raraโ€, tanto che i relativi prezzi sono saliti immediatamente, e in poco tempo sono risultati praticamente introvabili anche per le aziende produttive o per le amministrazioni pubbliche per le quali tali maschere filtranti sono indispensabili per la protezione dei lavoratori che operano in ambienti potenzialmente contaminati.

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Attesa la forte domanda di tali dispositivi anche da parte della cittadinanza, che li ricerca tuttโ€™ora per una maggiore sicurezza personale rispetto alle ordinarie mascherine facciali non certificate, diversi imprenditori si sono convertiti in questo commercio affidandosi ad importatori improvvisati che stanno alimentando il mercato con prodotti di provenienza extracomunitaria privi di qualsivoglia certificazione a giustificazione della classificazione protettiva impressa sulle maschere e, molte volte, attestata anche attraverso lโ€™apposizione di un falso marchio โ€œCEโ€, cosรฌ da agevolarne comunque la vendita.

Oramai sul mercato al dettaglio questi dispositivi si trovano in vendita in numerosissime categorie di esercizi commerciali (tabaccai, ferramenta, parafarmacie, supermercati solo per fare qualche esempio) ma spesso, approfondendo la filiera distributiva, si accerta che si tratta di prodotti che sono accompagnati da certificazioni inidonee o rilasciate da enti esteri non accreditati e che non sono mai stati sottoposti al vaglio tecnico dellโ€™Inail che รจ tuttโ€™ora lโ€™unico ente pubblico che puรฒ autorizzare la commercializzazione di dispositivi di questo genere qualora privi dellโ€™ordinaria certificazione comunitaria (marchio โ€œCEโ€).

Proprio per contrastare questo commercio di prodotti illeciti, che generano nel consumatore lโ€™erronea convinzione di acquistare un prodotto con ben determinate e rigorose qualitร  tecniche filtranti e quindi protettive, tanto da ritenere giustificato anche un prezzo finale ben piรน alto di quello delle ordinarie mascherine chirurgiche o di comunitร , i reparti dipendenti dal Comando Provinciale di Caserta stanno da settimane verificando i prodotti in vendita per risalire ai grossisti e quindi agli importatori e/o produttori, cosรฌ da verificarne la regolaritร  sotto il profilo della certificazione qualitativa.

Ebbene anche questa settimana le irregolaritร  accertate sono state molteplici tanto che sono state complessivamente tolte dal mercato oltre 110mila maschere FFP2 e FFP3 risalendo ai relativi importatori e produttori. In particolare, il 12 maggio i finanzieri della Compagnia di Capua accedevano presso un ingrosso di articoli elettrici e per illuminazione di Curti dove rinvenivano 665 mascherine FFP2 riportanti il marchio โ€œCEโ€ falsificato e accompagnate da una certificazione altrettanto falsa di un ente non accreditato. Nessuna comunicazione allโ€™Inail, poi, era stata effettuata dallโ€™importatore.

Il giorno successivo, mentre stavano operando unitamente a personale sanitario in un posto di controllo allโ€™uscita del casello autostradale di Capua, i Baschi Verdi di Aversa si sono imbattuti in un veicolo commerciale, che, alla vista dei militari, tentava una repentina ma improbabile manovra di inversione di marcia. Inseguito e bloccato il mezzo, i militari hanno rinvenuto diversi imballaggi contenenti circa 25mila mascherine destinate ad un imprenditore di Pietramelara attivo nel settore del commercio di prodotti informatici. Anche questi dispositivi riportavano un falso marchio โ€œCEโ€ e la successiva perquisizione presso la sede dellโ€™impresa destinataria della spedizione permetteva di rinvenire altre 5 mila mascherine identiche per caratteristiche, modalitร  di packaging, indicazioni e diciture riportate, a quelle irregolari trovate su strada. Verificate le fatture di acquisto รจ stato possibile accertare che lo stesso commerciante aveva giร  venduto โ€œin neroโ€ altri 95mila pezzi.

Nello stesso giorno militari della Compagnia di Aversa accedevano presso un ingrosso di articoli antincendio e antiinfortunistici di Orta di Atella dove rinvenivano 1.375 mascherine FFP2 e KN95, di cui 900 con marchio โ€œCEโ€ falso e con certificazione altrettanto falsa e altre 475 non certificate e prive del marchio โ€œCEโ€. Ancora giovedรฌ 14, una pattuglia della Compagnia di Caserta accedeva presso i locali di una ferramenta di Casagiove dove veniva accertata lโ€™esposizione per la vendita di 90 dispositivi di protezione individuale (DPI) di categoria FFP2 accompagnate da una attestazione di conformitร  completamente falsa emessa da una societร  di San Prisco, fornitore delle mascherine.

Lโ€™attivitร  รจ stata quindi estesa anche al grossista dove, in un garage non dichiarato, รจ stato rinvenuto un vero e proprio laboratorio per lโ€™imballaggio dei dispositivi. Qui infatti si provvedeva ad assemblare una confezione di 5 mascherine inserendola nel relativo packaging e applicando, su questโ€™ultimo, altre etichette riportanti informazioni ingannevoli circa il modello e le caratteristiche tecniche del prodotto. La parte, evidentemente giร  consapevole del modus operanti dei finanzieri finalizzato a verificare anche le certificazioni accompagnatorie dei prodotti, ha tentato invano di raggirarli esibendo due distinte certificazioni rilasciate da enti europei. Tuttavia, la minuziosa analisi dei documenti ha consentito di smascherare un meccanismo di frode ancor piรน insidioso di quelli giร  scoperti, ossia lโ€™utilizzo di certificazioni autentiche, ma relative a dispositivi diversi, come appurato attraverso immediati contatti assunti direttamente con gli stessi enti certificatori. Sono state quindi sottoposte a sequestro circa 20.900 mascherine, 58.000 confezioni e oltre 3500 etichette.

Durante lโ€™esecuzione dellโ€™attivitร  di servizio, alcuni militari hanno notato, inoltre, nelle vicinanze, un soggetto che trasportava dei pacchetti simili a quelli destinati a contenere mascherine. รˆ stato quindi scoperto che il soggetto stava per spedire, tramite un corriere, una partita di circa 500 dispositivi FFP2 – KN95, anche questa volta scortata da una certificazione di conformitร  completamente falsa che รจ stata sottoposta a sequestro. Risalendo poi alla filiera produttiva dei dispositivi nella giornata di ieri i militari della Compagnia di Marcianise si sono presentati presso un opificio tessile di Nola (NA), risultato il fornitore di parte delle mascherine giร  sequestrate allโ€™ingrosso di Orta di Atella. In questo caso le Fiamme Gialle si sono trovate di fronte ad unโ€™azienda giร  attiva nella produzione di capi di abbigliamento, riconvertita senza alcuna autorizzazione alla realizzazione di mascherine facciali per adulti e per bambini.

Dai controlli eseguiti รจ emerso che lโ€™azienda, non essendo in possesso della documentazione necessaria per apporre la marcatura CE sui dispositivi, aveva richiesto allโ€™Istituto Superiore di Sanitร  e allโ€™INAIL lโ€™autorizzazione โ€œin derogaโ€ senza tuttavia ottenerla. Ciononostante, aveva avviato la produzione e giร  commercializzato diverse migliaia di mascherine. In particolare, sono state 61mila le mascherine giร  prodotte e confezionate rinvenute dai militari presso lโ€™opificio, composto di oltre 30 macchinari professionali per la cucitura e il confezionamento. Erano presenti, inoltre, oltre 2 tonnellate di semilavorati e materie prime destinate alla realizzazione di almeno un milione di mascherine dello stesso tipo, di cui almeno la metร  dedicate ai bambini di etร  inferiore a 8 anni, per un giro dโ€™affari complessivo di oltre 3 milioni di euro.

A conclusione delle operazioni, questo ulteriore piano operativo di controlli disposti dal Comando Provinciale della Guardia di finanza di Caserta ha permesso la disarticolazione di diverse filiere distributive di maschere professionali filtranti non a norma e la denunzia di un produttore, un importatore, un grossista e 5 venditori al dettaglio per frode in commercio e falsificazione di marchio comunitario. Anche questa serie di interventi conferma il costante impegno dei Reparti della Guardia di Finanza della provincia di Caserta nel presidiare il territorio per individuare le attivitร  economiche che, approfittando dellโ€™emergenza sanitaria in corso, convertono illecitamente la propria attivitร , dedicandosi alla realizzazione e al commercio di dispositivi asseritamente certificati e professionali, rivenduti peraltro a prezzi maggiorati, ingenerando nel consumatore la convinzione di acquistare dispositivi con una maggiore capacitร  filtrante e quindi protezione dal contagio, ma in realtร  assolutamente non controllati circa la loro rispondenza agli standard dichiarati.


Articolo pubblicato il giorno 16 Maggio 2020 - 14:40

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