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Viaggio europeo nel gioco d’azzardo: le regolamentazioni del settore

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Il gioco d’azzardo ha origini antichissime, addirittura risalenti agli albori dell’Impero Romano. Nel corso dei secoli, ovviamente, le modalità per giocare sono cambiate, e con esse anche l’esigenza di regolamentare con precisione un settore che nel mondo interessa milioni di persone. Per quanto riguarda il territorio europeo, ogni Paese membro legifera in autonomia questo business da miliardi di euro, alcuni in maniera più rigida ed efficiente, altri sicuramente meno. In questo articolo faremo il quadro della situazione, analizzando Regno Unito, Francia e Italia.

 

Gioco d’azzardo: Regno Unito

Nonostante la sua recente uscita dalla Comunità Europea, la situazione del gioco d’azzardo nel Regno Unito deve essere considerata, dal momento che rappresenta il mercato più grande. La sua legislazione in merito, può essere presa come termine di paragone per altri Paesi, perché precisa ed efficiente. Le attività sono regolate dal “Gambling Act del 2005”, che ha individuato nel “UK Gambling Commission” l’organo a cui affidare la gestione del settore.

Le ultime modifiche alle normative prevedono che ogni operatore debba ottenere dalla “Gambling Commission” la licenza di gioco, di qualsiasi attività si parli, sia tradizionale offline che online. In altre parole, tale organo controlla che gli operatori del settore rispettino pienamente le normative, offrendo di contro una tutela per il consumatore. La legislazione del Regno Unito è riconosciuta universalmente come una delle più mature in Europa. Il modello adottato quindi, potrebbe essere d’ispirazione alle altre nazioni, per tre fattori precisi: trasparenza, standard tecnici, protezione dei giocatori.

La situazione in Francia

Proseguiamo questo viaggio europeo sulle normative del gioco d’azzardo con la Francia, che come risaputo inventò nel XVII secolo il gioco della roulette. L’industria francese può essere considerata come una delle principali del vecchio continente, e molti dei suoi casinò sono famosi in tutto il mondo. Nonostante in Francia il gioco d’azzardo sia legale, e gli operatori fisici possano fornire un ampio ventaglio di attività di gioco, scommesse sportive e corse comprese, il Governo non ha autorizzato i casinò online.

In questa situazione appare evidente come le pressioni esercitate dalle società tradizionali, nel non volere la concorrenza sul Web, si facciano sentire. Nel Paese, l’organo che si occupa di vigilare sul settore, è ARJEL, che regolamenta i servizi degli operatori rilasciando le licenze. Una grande parte di queste è costituita da quelle per il poker, le attività sportive e le scommesse ippiche. La loro durata è di 5 anni.

La legislazione Italiana

In Italia negli ultimi anni si stanno facendo passi da gigante per regolare il settore del Gioco d’azzardo, seppur anche nel nostro Paese ogni tanto vengano commessi “passi falsi”. Ad ogni modo, a fornire un grosso contributo positivo è stato il Decreto Dignità del 2018. D’altronde una regolamentazione efficace era assolutamente necessaria, soprattutto considerando che parliamo di un mercato da circa 10 miliardi di euro. L’organo preposto a vigilare sul rispetto delle normative del settore, è AAMS. Tra i suoi compiti principali, quello di certificare le varie piattaforme di gioco.

Proprio quest’ultimo aspetto è da considerarsi di vitale importanza per il consumatore. Attraverso un logo AAMS, posto direttamente sull’home page dei portali infatti, il giocatore può identificare agevolmente se questi siano legali, e divertirsi con le slot vlt in tutta tranquillità. Al contrario, in assenza di tale certificazione, è opportuno allontanarsi immediatamente dal sito, perché sicuramente alle spalle c’è una gestione criminale, e il rischio di perdere i propri soldi è molto alto. Come anticipato, nel nostro Paese c’è ancora molto da fare per regolamentare perfettamente il settore del gioco d’azzardo.

Se da una parte il lavoro svolto dal Governo per certificare le piattaforme legali ha prodotto dei buoni risultati, dall’altra invece vige ancora parecchia confusione sulle forme di sponsorizzazione che gli operatori del mercato possono adottare. In un primo momento infatti, era stato posto un divieto totale per questi ultimi di produrre pubblicità per il gioco d’azzardo. Solo successivamente la situazione è stata ridimensionata, permettendo in alcuni ambiti una corretta informazione per il consumatore.


Articolo pubblicato il giorno 4 Maggio 2020 - 11:22


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