Nuova svolta nelle indagini per la morte del 17enne di Gragnano, Nicholas Di Martino, nipote de boss ergastolano Nicola Carfora o’ fuoco, e del ferimento del cugino Carlo Langellotti di 30 anni, genero del boss del clan D’Alessandro, Francesco Vollono detto ciccio o’ biondo.
La polizia in serata ha fermato quattro suoi cugini. Ci sono anche i due figli del boss. Si tratta di Antonio Carfora che in paese tutti conoscono come o’ generale e del fratello Giovanni calciatore di eccellenza (gioca nel Pomigliano) già in passato coinvolto in altri fatti di cronaca nera. E poi altri due cugini. Sono accusati del tentato omicidio di Salvatore Pennino, 20enne incensurato, la cui auto fu crivellata di colpi circa un’ora dopo la morte di Nicholas.
I quattro sono stati portati nel carcere di Secondigliano. La loro azione , a cui erano seguiti altri raid a colpi di pistola, negli ultimi giorni, secondo gli investigatori sarebbe stata una risposta contro il gruppo di Maurizio Apicella e Ciro Di Lauro, in carcere da tre giorni perché accusati dell’omicidio di Nicholas e del ferimento di Langellotti.
Il gip di Torre Annunziata, intanto, ha convalidato il fermo emesso nei confronti di uno dei due giovani indagati per l’assassinio di Nicholas e il tentato assassinio del cugino: si tratta di Maurizio Apicella, 20 anni. Non e’ stato invece convalidato il fermo nei confronti di Ciro Di Lauro, 21 anni, anche lui ritenuto coinvolto nell’accoltellamento che ha determinato la morte del 17enne. Il giudice ha ritenuto sussistente l’aggravante configurata nell’articolo 7 e cioe’ che l’azione criminale e’ stata commessa con metodologia mafiosa. Per Apicella e Di Lauro, comunque, e’ stata disposta la custodia cautelare in carcere. Gli atti sono stati trasferiti alla Procura Antimafia partenopea e adesso i provvedimenti emessi saranno sottoposti anche al vaglio del giudice distrettuale, cioè il gip di Napoli.
Articolo pubblicato il giorno 30 Maggio 2020 - 21:38 / di Cronache della Campania