Con la fine del Lockdown riparte lentamente la vita delle città che tuttavia si trova spogliata dei punti di riferimento pre Covid19. Tornare all’idea di vita urbana che avevamo è impossibile, la necessità del distanziamento sociale quale somma prevenzione attualmente in uso avrà effetti sulle attività commerciali, sui trasporti, sui sistemi di aggregazione sociale, sulla fruizione dei servizi e dei beni comuni. Una sola cosa rimarrà immutata: l’insieme di esigenze che erano e sono ancora legate al lavoro, alla formazione, alle relazioni, ai servizi alla persona. Moltissime città hanno intuito questo scenario sin dall’inizio della pandemia e hanno lavorato da subito per una fase 2 quanto più fluida e operativa possibile. Tra gli argomenti principe di tale fase, e di tutte quelle che verranno, emerge quello della mobilità, perché:
– non sarà più possibile assembrarsi nei mezzi pubblici
– il car sharing dovrà essere operato in sicurezza (anche quello privato tra colleghi e amici)
– non sarà possibile sostenere la mole di automobili che privatamente saranno preferite come mezzo di trasporto su breve e lunga percorrenza
Se di fatto incorressimo nell’errore di pensare di risolvere il problema della mobilità agevolando l’uso dell’automobile otterremmo un congestionamento di strade interne, provinciali ed autostrade, con conseguente rallentamento dei flussi di spostamento e un innalzamento intollerabile dei picchi di emissioni, in breve tempo saremo al collasso in termini di vivibilità e di pericolosità dell’aria che respireremo.
Tutte le città d’Europa e le maggiori città italiane convergono su di un unico punto: occorre investire in una mobilità sostenibile e interconnessa. Parigi si accinge a concludere il progetto “Parigi in 15 minuti”, Milano si appresta a copiarne i meccanismi di base, Pesaro ha ideato il sistema della “bicipolitana”, Roma, Bologna, Palermo e altre città ridisegnano il sistema di circolazione su strada per favorire le biciclette e alcune province puntano a una connessione ciclabile interurbana.
Salerno vive una sospensione del tema da diversi anni ma riteniamo che mai come in questa fase sia non solo auspicabile ma propizio cominciare a ragionare su misure concrete e immediatamente operative. Come Legambiente ci accordiamo alla proposta della FIAB che prevede: rete ciclabile, distribuzione di parcheggi e rastrelliere adatte a un deposito in sicurezza e comunicazione sociale volta a favorire l’uso della bicicletta da parte dei cittadini e dei pendolari salernitani, soluzioni che ben si accordano agli interventi del Piano Generale del Traffico Urbano della città di Salerno.
Ci facciamo inoltre portavoci delle molteplici e incalzanti sollecitazioni che stiamo ricevendo, la realtà che viviamo è oggi realmente più complessa di quella che conoscevamo, le istanze sono molteplici e urgono misure che abbiano una valenza sanitaria e ambientale e che possano dare delle risposte alle regole imposte dal Covid19 per affrontare le quali proponiamo un urbanismo tattico, necessario per riappropriarsi degli spazi pubblici e per vivere al meglio il distanziamento fisico. In aggiunta alla realizzazione delle piste ciclabili sarà necessario:
– Rafforzare i servizi di prossimità
– Potenziare il trasporto pubblico urbano ed extraurbano ed operare una messa in sicurezza dei mezzi
– Rafforzare lo sharing della mobilità (scooter, biciclette, monopattini, auto elettriche)
– Realizzare percorsi pedonali agevolati e a fluida percorrenza (per tale occasione mettiamo a disposizione la mappa a passi Legambiente Salerno che consente di calcolare il tempo necessario per raggiungere i punti nodali delle città
– Individuare aree gioco per i bambini
Auspichiamo un cambiamento reale: è necessario intervenire ora e cogliere l’opportunità irripetibile di un lungo lasso di tempo (durante il quale le affluenze saranno decisamente contenute), utile alla realizzazione, sperimentazione e eventuale rettifica delle soluzioni scelte.
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