Castellammare di Stabia. Imprenditori, politici, funzionari e liberi professionisti i destinatari dell’ ordinanza di custodia cautelare sulla riqualificazione dell’ex area industriale Cirio in via Mele a Castellammare di Stabia. Le ordinanze arrivano a conclusione dell’inchiesta nata dal filone “Olimpo”, trova la sua genesi nelle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Belviso, per il quale gli imputati stanno già affrontando il processo. Questa mattina guardia di Finanza e Polizia di Stato ha dato esecuzione a sei ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e ad un’ordinanza applicativa dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria emesse dal Gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata. I destinatari, finiti ai domiciliari, sono Greco Adolfo, Elefante Antonio, Biondi Maurizio, Campitiello Vincenzo, Ciofalo Marcelo e Colavecchia Vincenzo. Per Rega Angelina Annita, moglie di Adolfo Greco, è stata disposta la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Coinvolti anche i parlamentari Antonio Pentangelo e Luigi Cesaro, rispettivamente Parlamentare e Senatore della Repubblica Italiana e in quanto tali sarà la Camera di appartenenza a procedere con l’autorizzazione agli arresti.
Secondo gli investigatori Antonio Pentangelo rappresentava l’anello di congiunzione tra Adolfo Greco e Luigi Cesaro che, assunto il seggio da parlamentare nel 2012 avrebbe lasciato la guida della Provincia al Letterese di nascita ma di adozione stabiese ad Antonio Pentangelo diventato quindi presidente Facente Funzioni della Provincia. Un ruolo ricoperto fino alla nascita della Città Metropolitana di Napoli. Secondo quanto si legge nell’informativa della polizia di stato questa nomina sarebbe stata utilizzata da Adolfo Greco relativamente alla vicenda Cirio.
Il sequestro. I militari della guardia di finanza hanno notificato il decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip con riferimento alle somme di denaro e di altri beni, costituenti il prezzo dei reati di corruzione.
I REATI. I reati per i quali si procede sono quelli di corruzione propria, falso ideologico in atto pubblico, rivelazione di segreto di ufficio. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata e condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli, dal Commissariato P.S. di Castellammare di Stabia e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, hanno consentito di accertare un ramificato sistema di corruzione di esponenti politici, regionali e nazionali, e di pubblici ufficiali posto in essere da Adolfo Greco, imprenditore stabiese, attualmente ai domiciliari.
Greco e Polese hanno per i pm regalato a Pentangelo un Rolex di valore e a Cesaro 10.000 euro in contanti. Greco inoltre ha fatto pressione sull’imprenditore Giuseppe Imperati perche’ concedesse a Forza Italia in affitto un immobile a Napoli in piazza Bovio diventato sede del partito per un canone di 3000 euro anziche’ 5000, originale richiesta. Per questo permesso a costruire, Greco attraverso Elefante ha dato al commissario ad acta Biondi 12.000 euro, ottenendo appunto la determina commissariale di accoglimento della sua richiesta il 13 aprile 2016. Dalle conversazioni intercettate, e’ emerso che in realta’ Greco aveva procurato ad Elefante per Biondi 20.000 euro in contanti, ma Elefante ne ha trattenuti per se’ 8.000. L’imprenditore stabiese aveva corrotto anche tre funzionari dell’Agenzia delle Entrate, Collavecchia e Ciofalo perche’ incaricati di eseguire una verifica fiscale nel 2012 in una altra sua azienda, e Campitiello, che non faceva verifiche perche’ era nella ufficio legale della direzione provinciale dell’Agenzia, ma che, in rapporti personali con lui, gli aveva rivelato la notizia dell’imminente arrivo degli ispettori. La verifica che poi e’ risultata infedele, cioe’ non corrispondente alle evidenze contabili. I soldi per corrompere questi funzionari li aveva materialmente messi insieme la moglie di Greco, Angelina Rega, 3000 euro che furono poi trovati in una borsa 24 ore di Campitiello, borsa che gli era stata consegnata da Greco all’interno degli uffici della sua societa’. Campitiello deve rispondere anche di falso ideologico in atto pubblico, avendo attestato falsamente la sua presenza dinanzi alla commissione tributaria regionale della Campania nei giorni in cui in realta’ era da Greco. Il gip per Casillo, come per Passarelli e Iovino, ha ritenuto che i reati contestati fossero da qualificare come traffico di influenze illecite, fattispecie per la quale non e’ consentita l’emissione di misure cautelari.
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