“Sui network e su molte chat impazzano le immagini delle rivolte dell’ 7-8-9 marzo scorso di Poggioreale e di altri istituti penitenziari del territorio, immagini girate dagli stessi detenuti, contemporaneamente a quelle del collega in servizio alla C.C. di Bancali di Sassari infilzato con una penna in uno zigomo da un ristretto a 41bis nel gennaio scorso.Fatti gravissimi che ancora una volta creano nell’opinione pubblica disgusto e senso di debolezza di uno Stato che dovrebbe dimostrare tutt’altro”.
Per il vice segretario Osapp regione Campania, Luigi Castaldo da tempo si chiede l’utilizzo del Taser e dei Jammer ma non ci si spiega il perché vi sia una volontà in senso opposto. E spiega: “Ci si chiede cosa bisogna aspettarsi per poi agire anzi reagire? Forse poi, ma sarà troppo tardi, oggi alla Polizia Penitenziaria e non solo, servono questi mezzi per tutelarla.
La Polizia Penitenziaria da sempre in prima linea insieme alle altre forze dell’ordine alla lotta alla criminalità è stanca e demoralizzata per quanto sta accadendo a livello politico.
Ci si aspettano interventi giuridici del legislatore per coloro che vengano illecitamente ritrovati in possesso di telefonini e per coloro che assumono atteggiamenti violenti e rivoltosi, pene più severi che facciano da deterrente per questi episodi che ostacolano il mandato istituzionale degli appartenenti alle forze dell’ordine e creano maggior difficoltà operative specie in questo travagliato periodo storico dove bisogna contrastare anche il Sars-Cov2.
Ad oggi per quanto è dato sapere non è stato preso nessun provvedimento contro i diversi rivoltosi individuati, abbiamo subito solo milioni di euro di danni e gravi ripercussioni psicofisiche a causa dei carichi di lavoro sopraggiunti dal difficile periodo di restrizioni”.
L’Osapp Sindacato autonomo Polizia Penitenziaria da sempre vicino a tutti i poliziotti penitenziari, chiede misure tempestive da parte del Governo , “affinché sia ridato lustro ad un Corpo di Polizia quello Penitenziario messo a dura prova negli ultimi tempi e che è maggiormente martoriato dalle grosse difficoltà operative in essere a causa di mancanza di risorse economiche ed umane, nonché i dovuti riconoscimenti pubblici di benemerenza per quanto affrontato. Come in ogni guerra vinta ci sono caduti e danni ed il dopoguerra dev’essere un atto di coraggio di tutti nel dimostrare una nuova linea di tendenza che sia da monito per tutti coloro che con le loro azioni mettono a repentaglio la vita delle forze dell’ordine ed in particolar modo dei poliziotti penitenziari, pertanto ci si auspica nell’immediato l’utilizzo di Taser e Jammer nei penitenziari, con i dovuti protocolli.
Articolo pubblicato il giorno 18 Maggio 2020 - 21:13