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Notte di sangue a Gragnano, si indaga sui collegamenti tra l’omicidio del nipote del boss e il ferimento di un incensurato

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Notte di sangue a Gragnano, si indaga sui collegamenti tra l’omicidio del nipote del boss e il ferimento di un incensurato. E’ morto pochi minuti dopo l’arrivo in ospedale. Ferito a coltellate all’inguine e al torace, per Nicolas D. M. un ragazzo di 17 anni i medici del pronto soccorso dell’ospedale “San Leonardo” di Castellammare di Stabia non hanno potuto fare altro che avvisare le forze dell’ordine perché era morto.

 

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La tragedia si è consumata la scorsa notte a Gragnano. Il 17enne, è il figlio della sorella di Nicola Carfora detto o’fuoco ergastolano ex cecchino del clan Imparato. Con lui è rimasto ferito un suo parente che era in sua compagnia. Si tratta del 30enne, Carlo Langellotti a sua volta parente di Francesco Vollono detto ciccio o’ biondo storico boss del clan D’Alessandro a Gragnano avendone sposato una figlia.  E qualche ora più tardi è rimasto ferito, questa volta a colpi di pistola un altro giovane P. S. di 21 anni incensurato. Gli investigatori che da stanotte sono al lavoro sui due fatti di sangue non escludono che siano collegati. Sono state visionate le immagini delle telecamere pubbliche e private di tutta via Vittorio Veneto a Gragnano, teatro della lite e dell’accoltellamento. Gli investigatori hanno effettuato anche una serie di perquisizioni, interrogato, parenti, e amici dei protagonisti e hanno controllato le loro chat e traffico telefonico. Il giovane ucciso, che porta il nome dello zio, e il ferito sono di Pimonte si sarebbero diretti nella notte a Gragnano. Forse qui hanno avuto un diverbio, e nella lite che sarebbe seguita sono comparsi dei coltelli. Ipotesi che attende un riscontro dagli accertamenti che sono stati avviati. Le ragioni della lite e del successivo ferimento sono tutte da chiarire.

Ma le vittime conoscevano gli aggressori? Al momento gli investigatori, che stanno lavorando senza sosta dall’alba di oggi, mantengono il massimo riserbo sulla vicenda e vanno avanti su più piste. Gli investigatori della squadra mobile partono da un dato sicuro: l’arrivo, a bordo di una vettura, intorno alle 4, del 17enne e del 30enne all’ospedale di Castellammare. Per il primo non c’è stato nulla da fare mentre il 30enne è stato operato. Ora non è pericolo di vita e non appena sarà in condizione di parlare sarà ascoltato dagli inquirenti. E di certo potrà dire cosa sia accaduto in via Vittorio Veneto dove gli investigatori hanno ritrovato delle vistose macchie di sangue. Dopo il ferimento il 30enne si è messo alla guida della sua macchina e, con il 17enne accanto, in pochi minuti ha raggiunto da Gragnano l’ospedale di Castellammare. Lui è stato immediatamente portato in sala operatoria e per questo non è stato ascoltato dagli inquirenti nell’immediatezza dei fatti. Per il 17enne troppo gravi le ferite. Fatale il fendente che lo ha raggiunto al torace. Il ragazzo ha perso tantissimo sangue

. Nel frattempo gli agenti della Mobile e del locale Commissariato di polizia, coordinati dalla procura per i minori e dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, hanno iniziato a ricostruire le ultime ore di vita del 17enne, e del 30enne. Bisognerà accertare chi abbia incontrato nelle ore immediatamente precedenti al ferimento Di sicuro l’attività di indagine della polizia si è concentrata in zona. Chi ha ferito a morte il 17enne non sarebbe venuto da molto lontano. Gli investigatori vogliono capire l’eventuale collegamento del ferimento a colpi di pistola del 21enne incensurato P. S. Il giovane intorno alle 5, era a bordo della sua auto ed è scampato ad un agguato. Secondo una prima ricostruzione, due persone a piedi avrebbero sparato conto di lui 6 o 7 colpi d’arma da fuoco, ferendolo di striscio a un braccio. Il giovane, fuggito a Castellammare di Stabia dalla zia, si è presentato nella caserma dei Carabinieri di Gragnano alle ore 8.30 per sporgere denuncia. Solo dopo si è recato in ospedale.

 


Articolo pubblicato il giorno 25 Maggio 2020 - 22:07


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