“ Scene da incubo. Un serpentone di auto strombazzanti paralizza le strade del centro. Tante, troppe in un carosello assordante. Ma dove vanno, cosa significano? Suonate ritmiche di clacson, a l’uno risponde l’altro in una sinfonia ripetitiva e irritante. Ciò avviene a tarda notte noncuranti che tutt’attorno c’è gente che dorme legittimamente. Quando non ci sono schiamazzi, urla, risate e un vociare incontrollato. Tutto questo è il popolo della notte, un branco di esagitati che il sabato sera fino al giorno dopo si impossessa delle strade della città.
Nel programmare la ripartenza delle città, tra i primi obiettivi c’è stato quello di far tornare a vivere la Movida. Un branco di esagitati che si ritiene in diritto di lasciare ovunque i resti di un gigantesco bivacco, senza regole, senza rispetto, senza civiltà. Un mare di bottiglie, bicchieri, cannucce a simboleggiare la vitalità della Movida. E’ questa la Napoli che vogliamo? Sono convinto che la febbre del sabato sera non è l’impazzimento selvaggio a cui assistiamo. Il termine Movida coincide con il vivace affollamento notturno delle vie dei locali cittadini. Niente di più. Da questo concetto siamo molto molto lontani”. Lo ha detto Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale dei Verdi.
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