Due locali che fanno parte dell’associazione Chiaia Night – Bisi e Bi-lateral – sono stati obbligati a chiudere alle 23 nonostante avessero il codice Ateco per la ristorazione e dunque, non fossero tenuti a rispettare limiti orari. Ciò nonostante, un rappresentante della Polizia Municipale, scattate le 23, è entrato all’interno dei citati locali imponendo di chiudere senza fornire alcuna motivazione, invitando i clienti a uscire e dicendo al personale di restituire loro i soldi. Nei due giorni precedenti le forze dell’ordine sono intervenute solo per controlli di routine in modo tale da verificare il rispetto delle normative anti-covid. A dimostrazione che suddetti locali non solo potessero restare aperti anche dopo le 23, ma era stato accertato che non fosse stata compiuta alcuna infrazione e fossero state rispettate tutte le disposizioni.
“Ma sabato sera no! Non abbiamo potuto continuare a lavorare. Io sono stato al telefono con uno dei miei soci presente nel locale e gli ho chiesto di poter interloquire con il poliziotto che ha risposto ‘no, dite a Luca di venire’. Una volta arrivato alle 23.40 – ha raccontato Luca Di Martino, uno dei soci del Bisi e del Bi-Lateral – mi ha comunicato che per non so quale ragione avrei dovuto chiudere nonostante gli avessi fatto notare che l’ordinanza numero 49 mi avrebbe permesso di restare aperto. Gli ho domandato di farmi un verbale di chiusura ma non l’ha fatto, così come non abbiamo ricevuto alcuna multa a dimostrazione che non ci fosse alcun tipo di contravvenzione”. Così i due locali sono stati costretti a chiudere, nonostante nella stessa zona di Chiaia, così come in altre parti della città, ogni attività con il codice Ateco per la ristorazione ha continuato a lavorare senza problemi.
Quest’episodio ha chiuso tre giorni di massicci controlli effettuati nel quartiere Chiaia a partire dalla giornata di giovedì. Si è assistito a un grande dispiegamento delle forze dell’ordine, che hanno presidiato l’intero quadrilatero fino alle 23 per verificare il rispetto delle regole. Un dispiegamento che però non è avvenuto in altre zone cittadine, basta vedere le immagini del lungomare di Mergellina per rendersi conto di come in altri posti della città i controlli fossero del tutto assenti. Così come simili accertamenti sono mancati per locali con codice Ateco ristorazione in altre zone della città che hanno potuto lavorare senza alcuna pressione.
Lavorare in questo clima diventa praticamente impossibile, ben venga la verifica del rispetto delle norme, ma questo non può voler dire irrompere nei locali, camminare con cani antidroga e antisommossa, generando un’atmosfera poco serena, ben lontana dallo spirito di convivialità che ha sempre caratterizzato questi locali. “Nel ribadire – spiega Aldo Maccaroni, presidente Chiaia Night – che siamo contrari alla chiusura alle 23, poiché imporre fasce orarie aumenta solo il rischio di assembramento, ci domandiamo se questo è il modo di farci lavorare dopo due mesi di chiusura, terrorizzando clienti e personale”.
Per l’associazione Chiaia Night è difficile lavorare in questo modo, se non addirittura impossibile. “L’orario di lavoro è già limitato – conclude Aldo Maccaroni – diteci che siete intenzionati a non farci lavorare in pace, che volete costringerci a chiudere, sarebbe sicuramente più onesto che rivolgere tutta questa attenzione delle forze dell’ordine solo in questa zona, quando altre parti della città si trasformano in una giungla a cielo aperto senza che nessuno dica niente. Cogliamo l’occasione per ringraziare il Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri per l’egregio lavoro svolto nelle zone di Chiaia, tra via Bisignano e piazzetta Rodinò e del Vomero in via Aniello Falcone. Un’attività di controllo effettuata con grande professionalità e per nulla invasiva, con uno spirito di collaborazione che è ciò che noi tutti ci aspettiamo per il bene di questa città”.
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