E’ morto a 81 anni a Bologna il poeta, saggista e drammaturgo Gregorio Scalise, originario di Catanzaro, da tempo malato.
“Piango un intellettuale, un grande poeta, un sincero amico dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica”, ha commentato la presidente Daria Bonfietti, ricordando “i tanti versi dedicati alla battaglia per la verità”.
Scalise partecipa al ’68 francese e italiano senza appartenere a gruppi specifici, avvicinandosi alla filosofia moderna e alla letteratura tedesca, leggendo testi di sociologia e di estetica. Sperimenta la narrazione in racconti pubblicati su ‘Carte segrete’, ‘Nuovi Argomenti’, ‘Bologna Incontri’ e ‘Il Corriere del Giorno’, ed è di quel periodo il suo avvicinamento alla critica d’arte, con la cura di cataloghi e gli scritti per la Galleria d’Arte Moderna di Bologna. E’ poi il poema ‘Segni’ (1975) a definire il riconoscimento di Scalise come poeta: il volume rappresenta un tentativo di dare forma e criterio alla produzione della poesia italiana del periodo. Nell’82 approda alla Arnoldo Mondadori Editore con ‘La resistenza dell’aria’, che vince il premio Vallombrosa, assieme a Piero Chiara, e degli anni Ottanta sono le raccolte di poesie ‘Gli artisti’ e ‘Danny Rose’. Sempre di questo decennio e’ il forte rapporto con il teatro: una quarantina i testi prodotti, rappresentati in particolare dal Gruppo Libero diretto da Bianca Maria Pirazzoli. Nel ’93 pubblica il pamphlet ‘Ma cosa c’è da ridere?’, contro i comici tv, due anni dopo esce ‘Talk show system’, contro la situazione tv italiana di quegli anni, poi è la volta di una riflessione sulla violenza e sulla guerra (‘Pensieri sulla guerra’), cui seguono altri libri di poesia. Nel 2006 esce ‘La contraddizione iniziale’, dove Scalise raccoglie i suoi scritti di intervento e di riflessione critica sulla poesia a partire dal 1975.
Articolo pubblicato il giorno 11 Maggio 2020 - 17:37