Jacques Daniele Michel Piccoli era nato a Parigi il 27 dicembre 1925 in una famiglia di musicisti, per metà italiana e per l’altra metà francese, con lontane origini ticinesi. Sua madre era un pianista mentre suo padre un violinista.
Piccoli esordì nel film “Silenziosa minaccia” (1945) ma dovettero passare quasi 20 anni prima che l’attore, ormai quarantenne, venisse riconosciuto per il suo straordinario talento. Tutti i grandi autori del cinema francese hanno diretto Piccoli: Jean Luc Godard ne fa il marito di Brigitte Bardot in “Il disprezzo” (1963), Alain Resnais lo contrappone a Yves Montand in “La guerre è finita” (1965), Alfred Hitchcock, lo sceglie per il cast di “Topaz” (1969). E’ stato diretto da Roger Vadim, Costa-Gavras, René Clement, Yves Allégret, Claude Chabrol, Claude Lelouch e addirittura da Mario Bava, che lo trasforma nell’ispettore Ginko in “Diabolik” (1968). Marco Ferreri l’ha scelto per il suo “Dillinger è morto” e “La grande abbuffata”.
Dopo il primo matrimonio con l’attrice svizzera Eléonore Hirt, sul finire degli anni Sessanta sposa in seconde nozze l’attrice e cantante francese Juliette Gréco, dalla quale divorzierà nel 1977.
Diretto Marco Bellocchio, Michel Piccoli si aggiudica la Palma d’oro di Cannes come migliore attore per il film “Salto nel vuoto” (1980). Nello stesso anno sposa la sceneggiatrice Ludivine Clerc, sua attuale moglie, e viene diretto da Louis Malle in Atlantic City. Un altro premio, l’Orso d’Argento, arriva l’anno seguente per “Gioco in villa di Pierre” Granier-Deferre.
Tra gli anni ’80 e ’90 viene diretto da Ettore Scola, ancora da Godard, Liliana Cavani e ancora da Bellocchio e Malle, poi Jacques Rivette e Sergio Castellitto, fino alla sua prima regia con “Train de nuit” nel 1994. Una carriera senza soluzione di continuità nonostante l’avanzare degli anni ed è proprio il più grande vecchio del cinema d’autore mondiale, il portoghese Manoel de Oliveira, a regalargli nuove parti e nuovi onori con i film “Ritorno a casa”, “Lo specchio magico” e “Belle toujours” (2006), sequel ideale a decenni di distanza del capolavoro del suo primo grande maestro, “Bella di giorno”.
Nel 2011 Nanni Moretti lo sceglie per il ruolo del tormentato cardinale Melville che entra in crisi dopo essere stato eletto Papa in “Habemus Papam”. Presentato in concorso al Festival di Cannes, viene eletto miglior film dell’anno dai Cahiers du cinéma, vince un European Film Award, sette Nastri d’argento e tre David di Donatello, tra cui quello al miglior attore protagonista.
“Il 12 maggio si è spento tra le braccia della moglie Ludivine e dei suoi giovani figli Inord e Missia, in seguito a un incidente cerebrale”, come riporta una nota della famiglia trasmessa all’agenzia France Presse da Gilles Jacob, amico dell’attore nonché ex presidente del Festival di Cannes.
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