Saranno depositati a partire dalle prossime ore, al Tribunale del riesame, i ricorsi contro i sequestri operati venerdì scorso, su ordine del gip Loredana Camerlengo, nell’inchiesta, diretta dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo e dal sostituto Assunta Tillo, sull’inquinamento dei fiumi.
Nel mirino degli inquirenti, come si ricorderà, non solo dodici impianti di depurazione tra Benevento – Ponte delle Tavole, Capodimonte e Pontecorvo – Telese Terme (2), Frasso Telesino, Melizzano, Forchia, Castelpoto, Morcone, Ponte e Sant’Agata dei Goti – ma anche pc e documenti di alcuni dei trentatre indagati. Si tratta di sindaci (o ex primi cittadini), dirigenti e tecnici comunali, amministratori, dirigenti e dipendenti della Gesesa, titolari e operai di società, titolari e addetti di laboratori di analisi, tecnici Arpac.
Inquinamento ambientale, frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata, gestione illecita di rifiuti, scarichi di acque reflue senza autorizzazione, abuso d’ufficio e falsità ideologico: queste le ipotesi di reato contestate a vario titolo in un’attività investigativa condotta dai carabinieri del Noe e supportata da intercettazioni telefoniche e da una consulenza tecnica affidata dalla Procura al dottore Auriemma.
Attenzione puntata sulla gestione operativa degli impianti, sugli esami effettuati sui campioni delle acque di scarico, ritenuti solo “documentalmente conformi” ai parametri di legge”. Una situazione che avrebbe provocato il peggioramento dello stato di salute dei corsi d’acqua.
Sono impegnati nella difesa, tra gli altri, gli avvocati Angelo Leone, Grazia Luongo, Bruno Botti, Domenico Russo, Vincenzo Sguera, Sergio Rando, Andrea De Longis senior, Alessandro Della Ratta, Pasquale Matera, Mariacarmela Fucci, Viviana Olivieri, Ettore Marcarelli e Luigi Romano.
Articolo pubblicato il giorno 18 Maggio 2020 - 15:04