– “I dipendenti indagati della GE.SE.SA s.p.a. riuscivano, inoltre, anche ad influenzare in diversi casi pubblici ufficiali, in particolare alcuni Sindaci e responsabili di uffici comunali dei comuni della Provincia di Benevento che, al fine di evitare sanzioni alla stessa nella gestione dei depuratori, rilasciavano illegittime autorizzazioni, in violazione delle prescritte procedure, o addirittura ideologicamente false”. E’ quanto emerge dall’indagine “Cloralix” coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Benevento, avente ad oggetto il grave inquinamento dei fiumi Calore e Sabato della provincia sannita e che ha portato ad un sequestro preventivo di 12 impianti di depurazione gestiti dalla Ge.Se.Sa e 33 persone indagate. Significativo è il caso di uno dei comuni del beneventano, dove il Sindaco e il geometra impiegato presso l’UTC, per sanare l’assenza del titolo autorizzativo, redigevano una autorizzazione provvisoria allo scarico del depuratore comunale, retrodatandola di due mesi. In un’altra circostanza personale incaricato della vigilanza, intervenuto su un depuratore per verificarne la funzionalità e la capacità depurativa, redigeva una falsa relazione omettendo di indicare quanto effettivamente constatato all’atto del sopralluogo, ove era in atto, da parte di una ditta incaricata della manutenzione, l’interruzione dello scarico dei reflui nel depuratore e il conseguente scarico nel corpo idrico.5
Dalle investigazioni è emerso che gli indagati non solo, pur pienamente al corrente della grave situazione di generalizzato malfunzionamento della maggior parte degli impianti, non adottavano i dovuti provvedimenti ma, addirittura, adottavano fraudolenti espedienti finalizzati a mascherare le inefficienze degli impianti, che finivano per cagionare ulteriore inquinamento dei corsi d’acqua. Con tale condotta venivano, così, tutelati unicamente gli interessi privatistici di carattere economico dell’azienda a discapito del bene comune rappresentato dalla necessità di evitare che reflui inquinati o comunque non conformi a legge finissero nei corsi idrici.
Articolo pubblicato il giorno 15 Maggio 2020 - 17:55