“Con la donazione degli organi Francesco ha regalato vita e speranza a 3 giovanissimi come lui, e per questo siamo fieri del nostro piccolo grande eroe”.
Si chiama Achille Sepe il papà del giovanissimo Francesco, vittima della strada a soli sedici anni. “Un balordo alla guida lo ha travolto sul suo scooter”, riferisce alla redazione papà Achille.
La triste storia si consuma a San Bartolomeo in Galdo, in provincia di Benevento, il 20 agosto di due anni fa: erano circa le otto di sera quando Francesco in sella al suo scooter viene travolto da un’auto impazzita che, a tutta velocità, effettua tre sorpassi per poi spezzare la giovane vita di Francesco mentre si trovava fermo, in attesa di svoltare. Il corpo del giovane resta inerme sull’asfalto.
Ricoverato in coma all’ospedale Rummo di Benevento, Francesco resiste una settimana: “Abbiamo pregato, sperato, ma alla fine è volato in cielo e noi siamo sprofondati nell’abisso”, racconta papà Achille.
“A distanza di quasi 2 anni non abbiamo ricevuto mai delle scuse o quant’altro, il ragazzo che ha travolto Francesco è libero e questo non è assolutamente accettabile. Io, come papà di Francesco, per placare la mia grande rabbia sono dovuto andar via dal mio paese perché non avrei retto nel vedere in giro chi ha tolto la vita a mio figlio. La giustizia è lenta e non ripagherà mai il danno che abbiamo subito. Ma io la pretendo, altrimenti sarò costretto a ricorrere alla mia giustizia.
Non si può perdere la vita in questo modo – continua Achille – per mano di un balordo che ha voluto giocare a fare il pilota. In questi mesi abbiamo partecipato a diverse manifestazioni sulla sicurezza stradale, ma questa nazione fa orecchie da mercante su questa grave piaga”.
“In una nazione come questa che si definisce democratica, tutto questo è inaccettabile, la lentezza e la strafottenza della giustizia, ci portano a vivere nel dolore più assurdo. Non vogliamo che Francesco venga ammazzato 2 volte.”
Articolo pubblicato il giorno 6 Maggio 2020 - 08:57