Il valore complessivo, 1.860.318,70 euro, ha ad oggetto le disponibilità finanziarie, autoveicoli e possidenze immobiliari. La misura cautelare reale è stata disposta dal gip del Tribunale di Cassino , su richiesta della locale Procura, nell’ambito di un procedimento penale istruito per frode fiscale con riguardo alle dichiarazioni fiscali presentate dalla struttura sanitaria per gli anni di imposta dal 2015 al 2017. Dai riscontri effettuati dai finanzieri per verificare l’attendibilità delle scritture contabili rispetto alla reale operatività della casa di cura e ai connessi flussi finanziari sono infatti emersi oltre 4 milioni di euro nascosti al fisco e relativi a numerosissime prestazioni sanitarie non fatturate, i cui proventi finanziari venivano fraudolentemente fatti transitare anche sui conti personali degli amministratori della struttura. Sono stati quindi esaminate, in contraddittorio con la parte, migliaia di bonifici ed assegni emessi dai clienti della clinica, per molti dei quali le motivazioni sottostanti, indicate come “ricovero”, “saldo ospedaliero” o “pagamento degenza”, non lasciavano invero dubbi circa la natura della prestazione saldata.
I finanzieri hanno inoltre accertato che la stessa casa di cura nel solo anno 2017 ha illecitamente fatturato oltre 900mila euro di prestazioni sanitarie in totale esenzione di Iva, sebbene non ne avesse i requisiti di legge, atteso che tale regime può essere utilizzato solo per le prestazioni rese in convenzione con il servizio sanitario nazionale. Per questa specifica condotta è stata evasa ulteriore IVA per oltre 200mila euro complessivi. Inutile inoltre il tentativo dello storico patron della nota azienda sanitaria privata di ostacolare l’accertamento dell’Amministrazione Finanziaria attraverso l’intestazione della società ad un ultraottantenne degente presso la stessa casa di cura, posto che l’attività investigativa e le stesse dichiarazioni dei numerosi pazienti sentiti in atti hanno confermato, al di là di ogni intestazione formale di quote o cariche, l’identità dei reali gestori di fatto dell’attività, ai quali è stata quindi contestata la milionaria evasione fiscale. I successivi accertamenti patrimoniali eseguiti dalle Fiamme Gialle hanno consentito infine di sottoporre a sequestro, oltre alle disponibilità finanziarie liquide presenti sui conti bancari della clinica, i beni personali dei membri della famiglia che amministra la struttura e che sono accusati di aver utilizzato i propri conti personali per intascare in nero i proventi illeciti. Nel dettaglio sono stati sequestrati i locali della stessa clinica, 7 autovetture, tra cui una Porsche Cayenne in uso all’amministratore, 15 terreni e altri 7 fabbricati, tra cui un negozio, appartamenti e abitazioni rurali, per un valore stimato pari alle intere imposte evase.
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