Il Presidente di ANCI Campania, Carlo Marino scrive una lettera al Presidente della Giunta Regionale, Vincenzo De Luca, in cui chiede subito risorse ai Comuni e un tavolo di confronto centrato su tre punti chiari, precisi e sui quali l’intervento della Regione Campania è possibile e immediato. “La Regione si fidi dei Sindaci della Campania, così come loro si sono fidati della Regione alla quale è stato ceduto il potere di ordinanza perché c’era bisogno di una cabina di regia unitaria per evitare di diffondere messaggi unitari. Ora però c’è bisogno di una iniezione di fiducia e di risorse sul territorio campano, da soli non possiamo più farcela”.
Questa la lettera che Marino ha inviato a De Luca.
«Gentile Presidente,
Anci Campania non può che apprezzare il Piano socio economico varato dalla Regione Campania, per far fronte alla grave situazione che si è determinata con l’insorgenza dell’epidemia da Covid-19.
L’importante stanziamento di 908 milioni contiene misure di sostegno a famiglie e imprese campane e ha l’obiettivo di offrire alle fasce più deboli della popolazione e all’apparato produttivo della regione un concreto e celere.
Si tratta di un impegno che non può che ricevere il consenso di Anci Campania.
Occorre ora passare a una fase successiva.
Bisogna fornire ai Comuni le dotazioni finanziarie necessarie a fronteggiare i maggiori oneri che gli enti stanno già ora sostenendo e che dovranno continuare a sostenere per fronteggiare l’emergenza mentre gli effetti, in termini di minori entrate, impatteranno in modo fortemente negativo e altamente pericoloso sulla tenuta dei bilanci approvati e in corso di approvazione.
Evitando nel contempo, come trapela dalla preoccupazione di alcune città medie, che i fondi comunitari destinati a rafforzare la competitività dei loro territori vengano dirottati su iniziative che spesso non procurano che limitati e provvisori benefici alle comunità interessate.
Per questo motivo, ora ci aspettiamo dalla Regione Campania provvedimenti mirati a sostegno dell’azione degli enti locali sapendo che senza nuove risorse non si può garantire l’erogazione dei servizi socio assistenziali, il trasporto pubblico locale, la raccolta dei rifiuti e, conseguentemente, non si può assicurare l’igiene urbana con il rischio di innescare una ulteriore emergenza.
Tre sono i punti di partenza su cui chiediamo, come Anci Campania, di avviare da subito un tavolo operativo tra Regione e Comuni.
1) Personale. In attesa che il concorso regionale dispieghi tutte le potenzialità, rallentate dall’emergenza coronavirus, è necessario fornire ai Comuni le coperture economiche per procedere ad assunzioni semestrali e agli straordinari del personale più impegnato nell’emergenza, a partire dalla Polizia municipale, a cui viene chiesto, attraverso varie ordinanze, un impegno h24.
2) Informatizzazione. La Regione si faccia carico di un piano di formazione per accelerare il processo di digitalizzazione dei Comuni. Si arrivi a un percorso per permettere ai Comuni di attivare rapidamente servizi digitali per i cittadini e le imprese e consentire ai propri dipendenti di lavorare a distanza, come è stato approvato dal governo nell’ambito delle misure per contrastare l’emergenza Covid-19.
3) Interventi sociali. Nella nuova fase che si apre, occorre prevedere il pieno e diretto coinvolgimento degli Ambiti Sociali, intesi come principali protagonisti del contrasto alle nuove povertà.
E’ necessario che gli interventi di lotta all’esclusione sociale vengano promossi e attuati dai soggetti che fanno capo ai livelli di governo locale. Creare centri di spesa regionali spesso non agevola la lettura dei bisogni né la programmazione e la valutazione delle buone pratiche.
Su questi punti Anci Campania è pronta a lavorare da subito con la Regione, consapevole che per riavviare l’economia dei territori occorra rafforzare il ruolo delle autonomie locali con risorse nuove e procedure semplificate. I 550 Sindaci guidano i loro Comuni come fossero aziende, come 550 manager. Per questo sono pronti a sedersi con la Regione intorno a un tavolo e a progettare il futuro di questi territori. Dopo la ‘grande crisi’, è tempo di rinascere».
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