“C’è stato un misto di finzione e di irresponsabilità. Per quello che ci riguarda oggi non apriamo né i ristoranti, né i pub né i mercati.
Apriremo giovedì per preparare con serietà le condizioni di igienizzazione e poi di sicurezza per i clienti, in questi tre giorni”: lo ha spiegato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in un’intervista al Corriere della Sera in cui è tornato sui motivi per cui non ha firmato l’intesa con il governo. “Dal 3 giugno liberi tutti, dice il premier. Io dal 2 ragionerò per capire a che punto è il contagio. E comunque che significa liberi tutti se abbiamo ancora curve epidemiologiche alte in alcune parti dell’Italia?” spiega De Luca. “Abbiamo condiviso il documento delle Regioni. Ma riteniamo che il ministero della Salute abbia il dovere di dettare linee guida per garantire le condizioni di base prioritarie per la sicurezza dei cittadini. Questo punto non e’ stato accettato e non abbiamo firmato”, ha sottolineato De Luca.
“Il passaggio alla ripresa piena della vita economica e sociale era nelle cose. Ma ci siamo arrivati nel modo peggiore, moltiplicando elementi di confusione e di pericolo futuro. Io vedo un Paese nel quale ormai si sono drammaticamente abbassate le barriere protettive, e in cui tutte le ‘prescrizioni’ rischiano di rimanere lettera morta, perché nessuno controlla più nulla.”E una posizione francamente sconcertante quella espressa dal governo – dice ancora Dr Luca -. Cosa significa questo finto e tardivo rispetto per le autonomie regionali? Perché allora non lo si è fatto dal 4 maggio? La verità è che non si è retta l’onda d’urto delle categorie, di qualche Regione, del mondo produttivo che spingeva per aprire tutto”
Articolo pubblicato il giorno 18 Maggio 2020 - 08:26