Gli artigiani si sono dati appuntamento nella via dei pastori, ognuno davanti alla propria bottega, a distanza di sicurezza, muniti di mascherine e guanti, chiedono aiuti concreti. Rischiano di non riaprire, quando sarà possibile farlo, per la crisi causata dallo stop alle attività per l’emergenza coronavirus. Alle serrande delle loro botteghe hanno affisso il testo di una lettera inviata al Governo, alla Regione e al Comune, per evitare che, quando sarà possibile la riapertura, “non si riprenderà il lavoro”. Le botteghe storiche chiedono “un contributo a fondo perduto per le mensilità, a partire da marzo fino a fine settembre 2020, a titolo di contributo, per il fitto dei locali”. “E’ un punto sul quale siamo tutti d’accordo – spiega Dino Bavaro – Non so per quanto si riuscirà ad andare avanti sostenendo queste spese”. Gli artigiani chiedono l’esenzione di Tari e Cosap per il 2020 e di quelli previdenziali e fiscali previsti per gli stipendi dei dipendenti, fino al 31 dicembre 2020″. Tra le richieste, anche la possibilità, relativa alle imposte dirette e indirette, “dovute per l’anno corrente, da pagare in un unico scaglione di tassazione, al 20% dei reddito”.
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