Durante il lockdown Giordano ha cercato di analizzare “le possibili cause dell’alto tasso di infezione e mortalitร in Italia”, collaborando con ricercatori di diversi settori e firmando questo primo articolo insieme a colleghi fra i quali Pierpaolo Correale e Rita Emilena Saladino del Grand Metropolitan Hospital di Reggio Calabria, Giovanni Baglio del ministero della Salute e Francesca Pentimalli dell’Istituto tumori di Napoli.
Gli autori descrivono le principali caratteristiche del decorso clinico del coronavirus, i possibili meccanismi molecolari responsabili di un peggior esito dei pazienti, e le varie strategie terapeutiche che possono essere adottate per contrastare la patologia e le sue complicanze. E puntano il dito in modo particolare “sul sistema Hla (antigene leucocitario umano), che ha un ruolo chiave nel modellare la risposta immunitaria antivirale, sia innata sia acquisita”. La teoria รจ dunque che “uno specifico assetto genetico, costituito da particolari varianti dei geni Hla, potrebbe essere alla base della suscettibilitร alla malattia da Sars-CoV-2 e della sua severitร ”. Per Luciano Mutti, oncologo e professore alla Temple University di Filadelfia, “l’identificazione di tali determinanti genetici sarebbe cruciale per valutare i livelli di prioritร nelle future campagne di vaccinazione, per la gestione clinica dei pazienti e per isolare gli individui a rischio, compresi gli operatori sanitari”.
Lo studio solleva “un’altra interessante possibilitร per quanto riguarda la diffusione dell’infezione in Italia in cui il Nord del Paese, dove รจ stata inizialmente rilevata la malattia, รจ stato colpito in modo piรน pesante. Sebbene una massiccia migrazione dalle regioni” epicentro “verso il Sud sia stata registrata prima del blocco nazionale, le regioni meridionali hanno registrato tassi di infezione molto piรน bassi”. Fra l’altro “รจ stato ipotizzato che il virus circolasse molto prima del lockdown nazionale”, quindi l’idea รจ che qualcosa ‘aiuti’ gli abitanti di metร Stivale. “Mentre alcuni hanno proposto che condizioni climatiche piรน miti potrebbero aiutare a prevenire la diffusione virale”, gli autori si chiedono se “una specifica costituzione genetica possa contribuire a proteggere i cittadini del Sud. Ulteriori studi caso-controllo su larga scala potrebbero far luce su questo possibile aspetto”, ma “le solide basi per pensarlo giร esistono”, assicura Giordano. “Stiamo aumentando la casistica per arrivare al dato finale”, precisa. E a chi dovesse obiettare che molti cittadini originari del Sud Italia in realtร vivono al Nord da generazioni, lo scienziato risponde ricordando l’esistenza di “complesse interazioni tra genetica e ambiente. Dobbiamo considerare anche una serie di fattori importanti che stiamo esaminando, non ultimo il possibile ruolo dell’inquinamento da polveri sottili”.
Articolo pubblicato il giorno 28 Maggio 2020 - 16:50