Il fiume Sarno torna ad inquinarsi immediatamente con lo scattare della fase 2 dell’emergenza coronavirus. Delle immagini scattate in zona Scafati, inviate da alcuni cittadini al Consigliere Regionale del sole che ride Francesco Emilio Borrelli, mostrano come l’acqua del fiume stia ridiventando, con la riapertura delle attività produttive, sporca e maleodoranti.
“Fino a pochi giorni fa parlavamo degli effetti benefici che il lockdown aveva avuto sull’ambiente ed ora, invece, ci ritroviamo nelle stesse condizioni disastrose di inquinamento che c’erano prima. È bastato far ripartire alcune attività che le acque del Sarno stanno diventando putride e in alcune zone stanno di nuovo emettendo un odore nauseabondo che mette a dura prova i residenti. Abbiamo chiesto monitoraggi e verifiche straordinarie e continue su tutti gli scarichi delle aziende che si trovano lungo i corsi d’acqua e che hanno riaperto in questi giorni perché questa situazione è inaccettabile, soprattutto ora che siamo ancora in emergenza e la sicurezza deve essere al primo posto.” –racconta Sofia Esposito dei Verdi nel salernitano.
“Avevamo lanciato l’allarme che con la riapertura delle attività l’inquinamento sarebbe ritornato in maniera massiccia e così è stato perché non sono state effettuate modifiche al sistema di produzione e a i controlli, quindi non si poteva certo sperare in qualcosa di diverso. Esigiamo che vengano effettuati controlli a tappeto su tutte le aziende e attività imprenditoriali che hanno riaperto per capire chi si comporta in modo illecito e colpirlo anche con la chiusura dell’attività, è chiaro che la situazione disastrosa del Sarno dipende da sversamenti illeciti e bisogna contrastarli con tutte le forze, chi sarà individuato a compiere crimini contro l’ambiente dovrà subire pene severissime. Per questo abbiamo inviato anche una nota alla Procura della Repubblica. La quarantena ci ha fatto capire che il Sarno può essere disinquinato e che i principali devastatori del fiume sono coloro che svolgono alcune attività imprenditoriali e industriali in zona. Adesso bisogna individuarli e colpirli con la massima durezza anche arrivando a chiuderli se necessario”- ha proseguito il Consigliere Borrelli.
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