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Calcio, Serie A rischia di slittare ancora. Parma in ritiro, Juve ritrova CR

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Il conto alla rovescia prosegue inesorabile e il rischio di non riuscire a portare a termine il campionato di Serie A nei tempi previsti si fa sempre più concreta. Senza una deroga, infatti, appare difficile che la Serie A possa tornare in campo il 13 giugno visto che il Dpcm del 17 maggio firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte vieta fino al 14 giugno ogni competizione sportiva. La FIGC preso atto del decreto ha sospeso le attività sportive e senza un deroga la prima data utile per ripartire potrebbe essere il 20 giugno. A far sperare Gravina e tutto il mondo del calcio è una frase nel comunicato che a proposito della sospensione recita: “nelle more di ogni ulteriore e auspicabile decisione della autorità competenti a riguardo”. In soldoni, se la curva dei contagi dovesse consentirlo non è da escludere una partenza il 13 giugno. Così mentre la Bundesliga riparte, Premier League e Liga provano a farlo, la Serie A continua a restare ferma al palo in attesa anche di un protocollo che vada bene a tutti. Oggi in teoria avrebbero dovuto iniziare le sedute di gruppo e invece bisognerà ancora aspettare, perchè solo nella serata di ieri il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha ricevuto dal presidente della Figc, Gabriele Gravina, la versione aggiornata del protocollo per la ripresa degli allenamenti in Serie A. Il ministro lo ha subito inviato all’attenzione del Comitato Tecnico Scientifico, che nel giro di qualche giorno dovrebbe dare una risposta. La data potrebbe essere mercoledì 20, quando è in programma il Consiglio Federale.

I nodi da sciogliere sono ormai noti: il rischio quarantena per tutta la squadra in caso di positività, l’obbligo di ritiro per le squadre e le responsabilità dei medici. Sui primi due punti nei giorni scorsi c’è stata una ‘apertura’ del ministro Spadafora, viste le proteste e le oggettive difficoltà logistiche di alcuni club. L’ultima parola spetterà però al CTS. Intanto oggi sull’argomento è tornato il presidente dell’AIC Damiano Tommasi, che nel ribadire che si dovrà ripartire solo “in sicurezza”, ha lanciato l’ipotesi di poter “accorciare il tempo della quarantena” se “aumenta il numero dei test”. “Ci sono troppi poteri e troppa burocrazia. Spero che si arrivi alla decisone di lasciarci giocare perché il calcio è una grande industria in Italia”, ha tuonato invece Rocco Commisso, presidente della Fiorentina. Scettico sulla ripresa il 13 giugno il patron dell’Udinese Giampaolo Pozzo: “E’ troppo presto, serve almeno un mese di allenamenti completi. L’ideale sarebbe ripartire a fine giugno”.Una cosa è certa, ad oggi la maggior parte delle squadre di Serie A ha proseguito con allenamenti individuali nel rispetto delle misure di sicurezza: dal Milan all’Inter, dal Napoli alla Roma. Allenamenti in piccoli gruppi, invece, per la Juventus. I bianconeri, con il Parma, sono fra i pochi ad avere le strutture adatte per autoisolarsi, come previsto dalla versione del protocollo ancora in essere. La Juve si è allenata così alla Continassa, dove domani dovrebbe tornare a mettere piede per la prima volta dopo due mesi Cristiano Ronaldo. Il Parma è invece andato in ritiro a Collecchio, potendo sfruttare il convitto del settore giovanile e le stanze per il ritiro in occasione le partite. “Non vogliamo anticipare gli altri, non è una sfida. Siamo riusciti a rispettare il protocollo in atto, in attesa di quello nuovo”, ha spiegato il ds Daniele Faggiano.


Articolo pubblicato il giorno 18 Maggio 2020 - 21:52


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