Il Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho torna oggi sulla vicenda dei boss detenuti al 41bis e scarcerati per il timore del coronavirus e spiega la sua posizione.
“Ho letto in particolare i provvedimenti di detenzione domiciliare dei detenuti assegnati al 41bis. Il magistrato di sorveglianza, in alcuni casi, ha chiesto quale fosse il centro ospedaliero e anche qui forse c’รจ stata un’interlocuzione non immediata, non so da parte di chi, sarร il ministero di Giustizia a fare chiarezza. Non si รจ evidenziato che il detenuto che si trova in regime di 41bis รจ un detenuto che si trova in isolamento e quindi รจ evidente che non puรฒ essere contagiato nรฉ contagioso. Addirittura, uno dei primi provvedimenti che adottรฒ il ministero di Giustizia con l’emergenza coronavirus fu di escludere i colloqui visivi con i famigliari da parte dei detenuti al 41 bis, sostituendoli con due colloqui telefonici. Quindi per la veritร non si comprende perchรฉ anche per i detenuti al 41bis ci fosse preoccupazione, bastava un termoscanner”. Cosรฌ Federico Cafiero De Raho, procuratore nazionale antimafia, ospite di 24 Mattino su Radio 24.
De Raho ha poi aggiunto: “Quando ho scritto alle autoritร per dire state attenti che bisogna adottare tutte le iniziative possibili e immaginabili, e per rappresentare che in realtร l’amministrazione penitenziaria puรฒ intervenire e assegnare i detenuti a centri di cura penitenziaria, centri ospedalieri che sono anche dentro le carceri perchรฉ ci sono tante strutture specializzate, non รจ stato fatto. Sostanzialmente ci si รจ lasciati prendere dal timore del rischio del contagio.Bisognava adottare tutte le precauzioni necessarie – continua – d’altro canto, i percorsi sanitari sono stati fatti tutti, nelle carceri c’erano condizioni di sicurezza, c’รจ una polizia specializzata, eppure una secca prospettazione di questo tipo ha messo in allarme la magistratura di sorveglianza”.
Articolo pubblicato il giorno 7 Maggio 2020 - 09:44