Sarno. Sono passati 22 anni dal 5 maggio del 1998 quando l’alluvione segnò indelebilmente Sarno, Bracigliano e Siano, di San Felice a Cancello (Caserta) e di Quindici (Avellino). I primi smottamenti provocati dal maltempo che imperversava in Campania furono segnalati quel martedì pomeriggio, poi tutto fu travolto.
L’alluvione di Sarno provocò 160 vittime, di cui 137 solo a Sarno e 11 a Quindici. Un centinaio furono, in quella giornata, i movimenti verso valle di colate di fango e acqua nell’area del cratere che abbracciarono, per diversi chilometri quadrati e a una velocità di 50 chilometri orari, l’intero bacino idrografico del fiume Sarno, toccando anche l’Irpinia. Migliaia gli sfollati. L’ospedale Villa Malta, struttura inerpicata su una collina, da presidio sanitario che iniziava ad accogliere i primi feriti, si trasformò ben presto in una tomba, invaso da fango e detriti. A Villa Malta, quella sera, morirono medici e infermieri. In ricordo di quelle vittime, l’ospedale costruito successivamente si chiama ‘Martiri di Villa Malta’. A distanza di 22 anni il ricordo è indelebile per chi lo ha vissuto, ma la ferita della montagna parla ogni volta che il maltempo imperversa su Sarno. A pagare, sul piano processuale, fu l’allora sindaco di Sarno, Gerardo Basile, che fu condannato dalla Cassazione a cinque anni di reclusione, con conferma della pena inflitta dalla Corte di Appello di Napoli, colpevole di condotta negligente per non aver ordinato l’evacuazione della popolazione nella notte tra il 4 e il 5 maggio del ’98. Oggi, alle 19, nel duomo di Episcopio, sarà celebrata una messa a porte chiuse, per via dell’emergenza coronavirus, per ricordare le 137 vittime, insieme agli altri parroci della Forania di Sarno. Il sindaco di Sarno Giuseppe Canfora poi deporrà una corona di fiori in Viale Margherita, davanti al monumento che ricorda i tragici eventi del maggio ’98.
Articolo pubblicato il giorno 5 Maggio 2020 - 16:24