Carenza di pane sull’isola dei Faraglioni dopo che sono state chiuse tutte le panetterie dell’isola: una con sede a Capri e due ad Anacapri. Per gli esercizi commerciali è stata, infatti, imposta la sospensione dell’attività per tre giorni dal momento che producevano e vendevano prodotti dolciari, di pasticceria e rosticceria non preconfezionati, in violazione ai divieti governativi e regionali. Per ciascuna attività anche una sanzione di 400 euro. Il provvedimento, eseguito nella giornata di ieri dalla polizia dopo alcune segnalazioni, ha prodotto malcontento tra gli isolani dal momento che c’è lo stop sia ai laboratori di produzione che alla vendita al dettaglio. Il pane è introvabile, tranne in piccole quantità nei supermercati.
La delegazione di Capri dell’Unione nazionale consumatori ha chiesto di sospendere l’esecutività del provvedimento e di prevedere una turnazione per non danneggiare ulteriormente i cittadini. Una sospensione che è ritenuta “ingiustificata” da Unc “al di là di ogni valutazione di merito sulla sanzione comminata” perché “in un momento di emergenza come quello attuale”, il pane è “un bene di necessità primaria” .
“Tale provvedimento, di conseguenza, ricade sui cittadini, più che sui contravventori, che tra le enormi difficoltà quotidiane, devono rinunciare anche ad un pezzo di pane. Sarebbe il caso, quindi, di sospendere l’esecutività del provvedimento, e, magari, applicarlo in un periodo, quando saremo giunti a fine emergenza, tra l’altro con una turnazione delle chiusure, onde evitare che i veri destinatari del provvedimento interdittivo, come detto, siano i cittadini e non i titolari dei panifici sanzionati”, conclude l’Unione nazionale consumatori.
Articolo pubblicato il giorno 8 Aprile 2020 - 14:30