Non si ferma la generosità anche in questo periodo di emergenza: sette i trapianti di rene effettuati in questi mesi a Milano. Uno di questi ha come protagonisti due bimbi, uno di 4 anni stroncato da un’improvvisa emorragia cerebrale, l’altra di 10 anni che fin dalla nascita era sottoposta a dialisi per una malattia renale. Uno dei suoi reni del piccolo ha restituito Giada (il nome è di fantasia) a una vita normale, come solo un dono sa fare. L’Italia, in questa pandemia, è ferma solo in apparenza. Perchè le storie di tante persone si intrecciano ogni giorno nella “macchina dei trapianti”, che continua invece la sua indispensabile corsa senza soste. Uno dei reni del piccolo donatore, infatti, grazie al coordinamento del Centro Nazionale Trapianti (CNT) e del Nord Italia Transplant program (NITp), è arrivato al Policlinico di Milano dove ad attenderlo c’era Giada. E lei stessa aveva affrontato diverse ore di viaggio per essere lì, pronta per sottoporsi all’intervento che le avrebbe cambiato la vita in meglio. Giada ringrazia i chirurghi dell’equipe di Mariano Ferraresso, direttore della Chirurgia Generale – Trapianti di rene del Policlinico di Milano, dove nel pieno dell’emergenza coronavirus si sono comunque eseguiti 7 trapianti di rene di cui 3 su bambini e 2 da donatore vivente. Il tutto, grazie anche al supporto dell’Unità di Nefrologia, Dialisi e Trapianto pediatrico del Policlinico diretta da Giovanni Montini, dove è stato realizzato un apposito percorso “coronavirus free”. “Nonostante questa grave pandemia – commenta Ferraresso – il trapianto di rene in Policlinico continua. Fin da subito abbiamo seguito le indicazioni del Cnt relative alla sicurezza dei donatori e dei riceventi e alle categorie di pazienti candidabili alla procedura. Tutta la comunità trapiantologica italiana, diversamente da alcuni stati europei come Francia e Svizzera, è stata concorde nel mantenere aperta la possibilità al trapianto a certe condizioni e per certe tipologie di pazienti. Abbiamo voluto rispondere positivamente alle indicazioni del Ministero della Salute per inserire le attività di donazione e trapianto nelle attività di urgenza da riorganizzare durante la pandemia. I dati preliminari hanno fatto chiaramente vedere come l’incidenza dell’infezione da Covid sia quasi 3 volte maggiore nel paziente dializzato rispetto al paziente trapiantato di rene. Inoltre, a oggi non sono riportati casi di infezione da Covid in pazienti pediatrici trapiantati di rene”.
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