E’ rientrata poco dopo la mezzanotte, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere la protesta dei detenuti innescata dalla notizia di un detenuto siciliano, ex deputato regionale, risultato positivo al coronavirus. I tumulti, a cui hanno preso parte circa 150 detenuti distribuiti in tre sezioni del reparto Nilo, sono scattati intorno alle 20,30 e si sono concluse dopo circa quattro ore.
“In questo travagliato periodo storico i martiri di questa pandemia sono i poliziotti penitenziari, sottoposti ai vari stress psicofisici essendo in continua allerta e restando sempre in prima linea”. Lo sottolinea, in una nota, il vice segretario regionale dell’ Osapp Campania Luigi Castaldo. “Atteggiamenti rivoltosi e devastazione – ricorda castaldo – comportano pene alte, fino a 15 anni con le relative aggravanti, e peggiorano lo stato penale dei ristretti facinorosi, precludendo qualsiasi misura penale alternativa”. Per l’Osapp, “la politica deve adottare provvedimenti tempestivi e risolutivi affinche’ si mandi un messaggio chiaro e coerente alla popolazione detenuta, anche con l’ausilio dei vari garanti e movimenti per i detenuti”.
Articolo pubblicato il giorno 6 Aprile 2020 - 07:45