Nel dibattito pubblico che si sta sviluppando attraverso i mezzi di comunicazione circa le modalità di gestione della fase di ripresa di molte attività, un posto centrale è occupato dalla modalità di fruizione delle spiagge per la stagione estiva nel rispetto delle prescrizioni igienico-sanitarie per il contrasto al contagio da Covid19. Stiamo assistendo alla manifestazione di posizioni imprenditoriali e di una parte della politica che, nella fretta di ritornare ad una (discutibile) normalità, non tengono conto in alcun modo dell’importanza di garantire spazi liberi a tutti i cittadini per poter godere del mare e delle spiagge per migliorare e rafforzare la propria salute.
L’emergenza non deve diventare il pretesto per continuare ad ignorare le gravi questioni riguardanti l’illegittimità delle concessioni balneari in essere per contrasto con le norme euro-unitarie, ribadita in tutte le sedi giurisdizionali. La pandemia ha comportato un comprensibile slittamento dell’iter legislativo di riordino delle concessioni che tuttavia in alcun modo può trasformarsi nella promozione di fatto della categoria degli imprenditori balneari al rango di unici gestori delle spiagge. Ciò sarebbe il preludio inevitabile alla privatizzazione della costa italiana, che diventerebbe così un semplice vettore di business dimenticando la sua funzione primaria di bene comune naturalistico e il diritto alla libera accessibilità al mare e alle spiagge, per loro natura destinati alla libera fruizione collettiva.
Premesso che quanto qui esposto è da intendersi subordinato alla possibilità effettiva che lo stato di propagazione della pandemia consenta in qualche forma l’apertura della stagione balneare, si delineano le seguenti proposte:
1. Partecipazione al confronto con le istituzioni pubbliche
I cittadini attraverso le organizzazioni sociali che ne sono espressione, tra queste il
Coordinamento Nazionale Mare Libero Aps, devono poter partecipare al confronto
istituzionale in materia di gestione del demanio e delle spiagge, confronto fino ad
oggi limitato ai soli concessionari balneari, certamente più organizzati ma che
rappresentano un punto di vista parziale della questione spiagge. Chiediamo,
anche attraverso videoconferenza, di poter interagire ad ogni livello con il decisore
politico in questa delicata fase affinché siano rappresentate anche le esigenze dei
cittadini attraverso un momento di confronto contestuale, dialettico e costruttivo.
2. Costituzione di un osservatorio nazionale sulla gestione del demanio
quale luogo permanente di confronto tra tutti i soggetti interessati incluse le
associazioni ambientaliste, dei consumatori e in difesa del mare e delle coste.
3. Trasparenza
In attesa che si stabilisca se e in che modalità la stagione balneare possa avere
inizio, aspetto che dipenderà dall’efficacia delle misure fin qui messe in campo per
limitare i contagi, è intanto opportuno avere la percezione dell’impatto economico
ed occupazionale che avrebbe un’eventuale sospensione (o rimodulazione) delle
attività connesse alla balneazione.
È pertanto importante che tutte le società concessionarie forniscano ai Comuni dati
verificabili sui rapporti di lavoro instaurati e sull’ammontare del fatturato
relativamente all’ultima stagione. Con i dati così rilevati, sarà più semplice per il
Governo attuare un piano strategico che tenga conto e sappia commisurare le
diverse esigenze in campo; tali dati saranno utili, inoltre, per poter stabilire un
criterio di ripartizione di eventuali benefici disposti dallo Stato per l’anno in corso.
4. Spiagge libere in sicurezza.
adozione di misure per il rafforzamento della capacità di gestione pubblica del
demanio marittimo da parte dei comuni costieri o degli Enti gestori e lo
stanziamento di risorse per garantire servizi minimi e vigilanza, e ove necessario,
per l’accesso contingentato alle spiagge e alla balneazione, ove indispensabile,
attraverso sistemi pubblici e trasparenti.
5. Contributi ai comuni costieri
per istituire, attraverso convenzioni con la protezione civile e con associazioni di
volontariato selezionate e adeguatamente formate, servizi di vigilanza sulle spiagge
per verificare l’assenza di occupazioni abusive di suolo e violazione delle misure di
sicurezza per il distanziamento e igienico sanitarie, idonee ad arginare la diffusione
del virus Covid.
6. Progetti comunali per l’impiego dei percettori del reddito di cittadinanza,
previa apposita formazione e protezione individuale, nei servizi di vigilanza sul
rispetto delle misure di sicurezza Covid e nella gestione dei servizi minimi sulle
spiagge. In tal senso si chiede di predisporre le linee guida ministeriali per l’avvio
dei progetti.
7. Distanza minima tra i raggruppamenti stabilita a livello nazionale.
Fissare in almeno 4 metri la distanza minima tra i margini esterni di ciascun
raggruppamento familiare/ombrellone e l’altro ovvero in quella misura minima
ritenuta idonea da parte del mondo medico-scientifico a proteggere la sicurezza
delle persone, garantendo l’esistenza di corridoi liberi di almeno un metro e mezzo
tra una postazione e l’altra;
8. Rimozione strutture non indispensabili.
Ordine di rimozione di tutte le strutture amovibili autorizzate nelle aree in
concessione non indispensabili all’offerta dei servizi minimi di balneazione, al fine di
liberare spazi più ampi possibili per garantire le distanze di sicurezza tra le persone;
9. Sospensione temporanea della esclusività della concessione demaniale
marittima per uso turistico-ricreativo
Qualora una disomogenea e/o non equilibrata ripartizione degli arenili tra spiagge
libere/libere con servizi e spiagge in concessione potrebbe non garantire a tutti i
cittadini una equa possibilità di fruire in sicurezza di uno spazio minimo di spiaggia,
sarà obbligatorio prevedere, da parte dei Comuni o degli Enti gestori, la
temporanea sospensione del carattere esclusivo della concessione e l’uso dello
spazio in concessione, in tutto o in parte, per la libera fruibilità pubblica. Al
concessionario spetterà in tal caso una proporzionale diminuzione canone,
determinata in accordo con le autorità competenti.
In conclusione, il Coordinamento Nazionale Mare Libero vuole esprimere
l’auspicio che, pur se nella tragedia, questa possa essere l’occasione per pensare
ad un rapporto meno invasivo con il soggetto Mare, per riscoprire un contatto più
diretto con la Natura, per avviare, in definitiva, una progressiva trasformazione di
ciò che nel senso comune si intende come turismo balneare con attività più
rispettose degli ecosistemi del mare e alle spiagge.
Articolo pubblicato il giorno 22 Aprile 2020 - 21:02