Napoli. Collasso dell’emergenza 118: mancano dispositivi di protezione personale e i posti letto nei reparti ordinari dove ricoverare i pazienti che hanno bisogno di cure urgenti. La denuncia arriva dalla Cisl Fp Campania e Napoli. “Ieri notte e stamattina ambulanze del 118 si sono fermate a causa della mancanza di dispositivi protezione individuale. A Napoli centro, su 13 soltanto 3 sono riuscite ad uscire e fare interventi sul territorio”. Dicono i segretari Cisl Lorenzo Medici e Luigi D’Emilio. “In queste ultime ore, mentre i centralini delle sale operative continuano a squillare incessantemente, le ambulanze restano impossibilitate ad effettuare i soccorsi per i casi di Covid 19 e per tutta la rete di emergenza ordinaria (infarti, ictus e tutte le altre patologie) – spiegano – Oltre al virus bisogna far fronte a tutte le altre patologie. Ma allo stato, solo 3 ambulanze possono effettuare interventi. Le altre 10 sono rimaste ferme a causa della mancanza dei dispositivi di sicurezza del personale. Occorre rifornire gli operatori del 118 soprattutto di tute di contenimento, la cui assenza ha determinato il blocco. Mancano anche visori, guanti e mascherine adatte al loro lavoro”. Le ambulanze ferme – riferisce il sindacato – si trovavano nelle postazioni di Chiatamone, San Paolo, San Gennaro, Crispi, Incurabili, Municipio e Miano. “Dunque non solo le ambulanze sono impossibilitate ad uscire ma le poche che riescono ad effettuare un intervento, poi una volta giunti in ospedale, rischiano di non poter ‘sbarellare’ il paziente a causa della mancanza di posti in ospedale – continua d’Emilio -. Se si continua come è accaduto al Cto e al Monaldi, dove sono stati accorpati i reparti con riduzioni in Cardiologia, Neurochirurgia, nei reparti di Chirurgia vascolare, si rischia di condannare a morte i cittadini. Siamo difronte ad una situazione davvero critica con carenze che abbandonano Napoli a se stessa”. “La Cisl Fp esorta la direzione dell’Asl Napoli 1 a provvedere immediatamente – incalza il segretario Cisl Fp Campania Lorenzo Medici – occorre ripristinare interamente il servizio del 118 e i posti letto che sono stati tagliati nelle ultime settimane e bisogna farlo nel più breve tempo possibile. In questo momento crediamo sia poco saggio investire il proprio tempo dando annunci in tv, piuttosto è necessario che la direzione si concentri nel garantire agli operatori il reperimento del materiale essenziale ad attivare il servizio 118 indispensabile per la popolazione. La prevenzione degli operatori è l’unica arma che si ha per evitare un corto circuito nel sistema sanitario campano. In casi come infarti o ictus dove la tempestività salva la vita, fermare il servizio del 118 significherebbe condannare a morte una persona”.
Articolo pubblicato il giorno 5 Aprile 2020 - 17:08