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Napoli, aiuti per la Mensa Diocesana del Carmine: ci pensa la Security Service

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Napoli. La Security Service scende in campo con Padre Francesco Sorrentino della Mensa Diocesana del Carmine a favore dei più deboli donando materiale di prima necessità per soddisfare i bisogni della comunità religiosa.
Padre Francesco che ha dietro di sé l’ intera e numerosa comunità Carmelitana ha dichiarato e pubblicato sul sito ufficiale della Mensa del Carmine:
“Ringrazio vivamente la Security Service per il dono che ci farà con il Presidente dott. Renato Mongillo e contestualmente ringrazio l associazione nazionale guardie particolari giurate guidate dal Presidente Giuseppe Alviti già a noi noto per le sue innumerevoli battaglie sociali e azioni umanitarie”
Il centro di accoglienza per i fratelli bisognosi, intitolata a padre Elia Alleva, con sede nella Basilica Santuario del Carmine Maggiore, in piazza del Carmine a Napoli, risale al 1986; la sua mensa è, per tanti bisognosi, l’unica garanzia di sfamarsi. In questi giorni di emergenza COVID 19, grazie a numerose forze messesi a disposizione e non ultima l istituto di vigilanza privata Security Service, si riesce a sostenere il ritmo crescente di richieste quotidiane.
Padre Francesco Sorrentino sottolinea: “Siamo a quasi 650 pasti al giorno. Oramai si svolge tutto con ordine, nel rispetto delle misure di sicurezza sanitarie all’interno e all’esterno del centro di accoglienza, con i presidi medici di mascherine e guanti e facendo mantenere la distanza di sicurezza di oltre un metro. Questo, naturalmente, è stato possibile grazie all’ausilio delle forze dell’ordine perché invece, i primi giorni, l’assembramento di tante persone ha fatto temere il peggio, poteva essere una bomba. Ci sono stati giorni terribili mentre ora, per fortuna, ci sono Carabinieri, Polizia municipale, Protezione civile, Croce rossa, Esercito, tutti a garantire ciò che è fondamentale per non creare ulteriori problemi.

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Il 60% degli avventori sono i senza fissa dimora. Da qualche giorno, da sabato precisamente, si sta affacciando un’altra povertà: le famiglie che hanno, sì, una casa, hanno luce e gas, ma non hanno cosa cucinare. Magari una mamma che svolgeva un lavoro a nero come domestica e che ora non può più uscire, non guadagna, semmai è senza marito e deve in qualche modo pensare al sostentamento suo e dei figli. Anche per loro stiamo preparando dei piccoli pacchi di viveri”.


Articolo pubblicato il giorno 29 Aprile 2020 - 09:54
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