Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli ha convalidato il fermo per i quattro rom arrestati per la morte dell’agente Pasquale Apicella, ucciso in uno scontro frontale con l’auto dei quattro che scappavano dopo essere stati intercettati dalla polizia mentre tentavano in rapina a un bancomat a Napoli.
Il reato contestato a tre di loro è di omicidio volontario, rapina, resistenza a pubblico ufficiale; per il quarto del gruppo e’ di favoreggiamento. Così aveva chiesto il procuratore aggiunto Rosa Volpe, ricostruendo l’incidente non come un evento casuale o non determinato dalla volontà di chi era alla guida dell’auto e dei due complici all’interno, ma come un atto deliberatamente voluto per guadagnarsi la fuga. Pasquale Apicella, 37 anni, era alla guida della Volante intervenuta in supporto di u ‘altra pattuglia già spronata dai quattro. Fabricio Hadzovic, 40 anni, Admir Hadzovic, 27 anni, Igor Adzovic, 39 anni, e Renato Adzovic, 23 anni, sono stati tutti ascoltati questa mattina nel corso dell’udienza convalida, e tutti in videoconferenza.
I primi due erano rimasti incastrati nell’auto, identificati e arrestati, mentre i complici erano riusciti a dileguarsi prima di essere catturati successivamente. Renato e’ l’unico a non rispondere di omicidio ma di favoreggiamento. I tre hanno detto al Gip che non c’era in loro la volontà di uccidere e hanno fornito i dettagli di quanto accaduto quella notte. Hanno confermato anche il tentato furto ai danni della Deutsche Bank di Casoria, all’incrocio tra via Marconi e via Pio XII. Il guidatore era Fabricio che ha raccontato di aver accelerato fino ad arrivare ai 150 chilometri orari in via Capodichino, di aver proceduto a zig zag e di essere finito sullo spartitraffico quando ha visto l’auto guidata da Apicella. “Ho perso il controllo, ho sterzato ma non ho potuto fare a meno di prenderlo in pieno. Sono dispiaciuto, avrei voluto morire io”, ha detto.
Articolo pubblicato il giorno 29 Aprile 2020 - 22:28