Napoli.Saranno interrogati domani mattina alle 10.30 dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli per la convalida del fermo per omicidio volontario, resistenza e rapina, i quattro rom che erano sull’auto che due notti fa ha travolto uccidendo il poliziotto Pasquale Apicella. I quattro, parenti tra loro, difesi dagli avvocati Giovanna Manna e Raffaella Pennacchio, sono sospettati anche di aver provato a rubare soldi in un bancomat nel comune di Casoria, poco distante da via Abate Minichini a Secondigliano, dove sono stati intercettati mentre tentavano di scassinare gli sportelli automatici di un altro istituto bancario. La volante sulla quale viaggiava Pasquale Apicella stava raggiungendo il luogo quando si è scontrata con quella dei banditi.
Per il pm Rosa Volpe, si tratta di omicidio volontario, perché secondo i rilievi l’impatto poteva essere evitato e lo scontro sarebbe stato provocato per fermare i due poliziotti. Apicella non ha avuto scampo, mentre il suo collega è rimasto ferito, ma per fortuna in maniera lieve. Sui social invece, un collega dell’agente morto, ricostruisce il coraggio di “Lino”, come lo chiamavano, ricordando la sua voglia di stare in strada tanto da spingerlo a fare richiesta di entrare nella Squadra Mobile di Napoli: “L’11 maggio dell’anno scorso mi inviasti questa foto, una ferita sempre dovuta ad un incidente durante un inseguimento. Io ti dissi di fare attenzione e tu mi rispondesti che era il tuo mestiere. Un vero uomo e un vero padre. Non meritavi un destino del genere, fratello. Ti porterò sempre nel mio cuore”.
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