La fotografia della squadra dei 13 esperti e scienziati ritenuti più conosciuti e credibili dagli italiani, è uno degli aspetti positivi del racconto mediatico che in queste settimane sta mettendo a dura prova il nostro Paese. Il tema è l’argomento più dibattuto ed è oramai entrato a far parte di quasi tutti i palinsesti radio televisivi, è in primo piano su tutti i principali quotidiani ed è trend topic sui social media e sulla rete.
I dati del Monitor Expert Track TM, elaborati dalle società Noto Sondaggi e MY PR, agenzia di comunicazione, evidenziano come il livello di conoscenza degli esperti scientifici, da parte degli italiani, sia all’interno di una forchetta che va dal 94% di Angelo Borrelli, Capo della Protezione civile e Commissario per l’emergenza fino al 58% di Giovanni Di Perri, Responsabile Malattie infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino. Percentuali da far invidia a molti politici che, nonostante le apparizioni in TV, non godono di livelli di conoscenza così alti.
Sul fronte della credibilità, invece, il podio vede quattro scienziati raggiungere un rating elevato: al primo posto con il 78% troviamo Giuseppe Ippolito, Direttore Scientifico dell’Ospedale Spallanzani di Roma; segue, con il 75%, Ilaria Capua, Virologa, Direttrice dell’One Health Center of Excellence dell’Università della Florida; in terza posizione ex aequo tra Roberto Burioni, Virologo dell’Università Vita e Salute dell’Ospedale San Raffaele di Milano e Walter Ricciardi, Membro dell’esecutivo dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), entrambi su un livello del 74%. I dati sono da considerare come ottime performance sul fronte dei livelli di credibilità e reputazione raggiunte, tenendo in considerazione fattori come il tempo di esposizione, i livelli di attenzione e la difficoltà delle tematiche affrontate, il contesto fortemente negativo del racconto mediatico, dettato da immagini che segnano sentimenti di paura e sconforto, come quelle di eroici medici e infermieri segnati dall’intensità del lavoro svolto, pazienti intubati e sofferenti.
“In questo momento – commenta Antonio Noto, Sociologo e studioso dei comportamenti – una delle dinamiche sociali più importanti che abbiamo rilevato è la domanda di conoscenza e soprattutto di competenza, per cui l’inserimento degli esperti nel palinsesto mediatico degli italiani copre un’esigenza precisa che cresce con l’espansione anche in altri Paesi dell’emergenza dell’epidemia da coronavirus e andrà avanti anche dopo la fase strettamente emergenziale. I dati di conoscenza e di credibilità di questi esperti sono molto alti e questa tendenza, oltre ad essere un indicatore della fiducia conquistata, è anche un aspetto che sottolinea l’importanza del loro ruolo. Stiamo analizzando i dati dei comportamenti, le attese e i bisogni degli italiani con più strumenti di rilevazione e abbiamo livelli di preoccupazione crescenti dal 27 febbraio su vari aspetti: dalla salute al lavoro, alla situazione economica fino a dinamiche a forte impatto sociale come la mancanza degli affetti e la vicinanza.”
“La credibilità di questi esperti non è dovuta solo al livello di conoscenza di epidemiologia e immunologia, che sono materie indecifrabili per i normali cittadini – commenta Giorgio Cattaneo, Presidente di MY PR ed esperto di comunicazione di crisi – ma anche dalla loro capacità di trasferire informazioni precise, in molti casi, grazie ad una capacità empatica e di vicinanza durante i loro interventi radio televisivi. Questa crisi non è circostanziata ad una comunità ristretta per cui, nei suoi aspetti di informazione e comunicazione, porta con sé un’analisi precisa del sentiment e delle aspettative delle persone che coinvolge. Dalla fase dei prodromi fino all’attuale fase conclamata, gli esperti sono stati portatori di differenti messaggi, dalla spiegazione del virus, alle proiezioni dell’andamento epidemiologico fino agli aspetti comportamentali delle persone; un ruolo complesso che prevede solidità reputazionale sul fronte della competenza scientifica e capacità di ingaggio mediatico.”
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