La “strage” delle guardie giurate Fiat ai tempi del contagio: settima guardia licenziata nel giro di alcuni mesi da FCA Security, controllata del gruppo FCA, a Pomigliano. E’ un giovane della vicina acerra, R.C., 35 anni. Qualche giorno fa è stato estromesso dal mondo del lavoro per motivi disciplinari. Anche gli altri colleghi che lo hanno preceduto hanno subito un provvedimento disciplinare del genere. Comunque quest’ultima è una storia complessa. R.C. aveva fatto ricorso al tribunale del lavoro contro l’azienda per un presunto demansionamento. Tra le prove presentate dal lavoratore c’erano alcune registrazioni telefoniche fatte da lui. Ma secondo l’azienda quelle registrazioni fatte conversando al telefono con colleghi e responsabili di lavoro sono state realizzate senza avvisare gli interlocutori. “E’ quindi venuto meno il rapporto di fiducia”, il motivo sostanziale del licenziamento.
Intanto è una mattanza occupazionale quella che si sta abbattendo sui 70 vigilantes della grande fabbrica automobilistica di Pomigliano, per la gran parte ancora impegnati nei servizi di sorveglianza dello stabilimento, chiuso da quasi un mese a causa del contagio. Una sfoltita silenziosa che sta avendo come sfondo la tragedia nazionale del Coronavirus. Intanto pare proprio che il taglio sia pure consentito in questo periodo maledetto. Si perché il licenziamento disciplinare non rientra nella moratoria provvisoria sui licenziamenti, lo stop varato dal governo nell’ambito dei decreti economici anti contagio. “Più che di provvedimenti formativi – commenta Giuseppe Alviti leader associazione guardie particolari giurate – dovremmo parlare in questi casi di provvedimenti punitivi, vale a dire il cui obiettivo non è quello di richiamare il lavoratore a un comportamento corretto ma piuttosto di punire e basta. C’è inoltre, ma non è cosa secondaria, la sensazione netta che questi provvedimenti punitivi servano a ridimensionare gli organici di FCA Security Pomigliano in una fase aziendale difficile”.
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