Il 24 aprile si commemora il 105° anniversario dell’inizio del primo genocidio del Novecento: il massacro del popolo armeno. A causa del Covid-19 e delle varie restrizioni, non potremo recarci al monumento del Khachkar (Croce di pietra) a S. Gregorio Armeno, a Napoli, inaugurato nel 2015. Invitiamo tutti ad esporre la Bandiera armena o la Bandiera nazionale listata a lutto dai balconi e ad accendere un cero in memoria degli oltre 1.500.000 Armeni massacrati. Il governo Turco continua a negare il genocidio, contro ogni evidenza oggettiva e storica.
La persecuzione scatenata tra il 1915 e il 1918 dall’allora potere turco nei confronti della popolazione armena residente in Anatolia e nel resto dell’Impero Ottomano rappresenta il primo esempio di sistematica e scientifica soppressione d’una minoranza etnico-religiosa dell’epoca contemporanea.
Scandalosamente, il massacro degli Armeni resta ancora fuori dalla lista europea dei Genocidi.
Dal 24 aprile 2006, il Presidente del “Comitato per il riconoscimento del Genocidio Armeno” dell’Associazione Internazionale Regina Elena, il Gr. Uff. Rodolfo Armenio, ha iniziato a commemorare il primo Genocidio del XX secolo, continuando negli anni con Gevorg Tovmasyan, uno dei responsabili della Comunità Armena della Campania, con cerimonie, convegni, mostre ed altre attività culturali, riallacciando il legame speciale creatosi nel settembre del 1920, quando a Pompei il Beato Bartolo Longo accolse un venerando superstite dell’Episcopato armeno, S.E.R. Mons. Giovanni Naslian (1875-1957), ultimo Vescovo di Trebisonda (1911-28) ed Arcivescovo titolare di Tarso degli Armeni.
Articolo pubblicato il giorno 22 Aprile 2020 - 21:08