I fatti del giorno

Imprenditore casertano dona mozzarelle, scamorze e uova di Pasqua all’ospedale Sacco di Milano

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Un abbraccio che stringe tutta la Penisola: doni per l’Ospedale Sacco di Milano da Banco BPM: 100 uova di Pasqua, 100 mozzarelle e 100 scamorze, queste provenienti dall’imprenditore casertano Roberto Battaglia, vessato nella sua azienda per le battaglie antiusura ,agli operatori sanitari dell’Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano L’intento dell’iniziativa, che unisce simbolicamente tutta l’Italia da Cuneo a Caserta fino a Milano,

“Grazie per la vostra dedizione, il vostro impegno e per la vostra professionalità”. Recita così il biglietto d’auguri con cui Banco Bpm ha donato 100 uova di Pasqua, 100 mozzarelle e 100 scamorze agli operatori sanitari dell’Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano. Un semplice gesto di stima e gratitudine reso possibile grazie alla collaborazione di Venchi e dell’azienda Latte e Mozzarella dell’imprenditore Roberto Battaglia, da anni impegnato anche con la sua attività casearia nella lotta contro la camorra, che ha personalmente consegnato gli omaggi.

L’intento dell’iniziativa, che unisce simbolicamente tutta l’Italia da Cuneo a Caserta fino a Milano, è quello di regalare un momento di condivisone e distrazione a chi, anche durante queste festività, è costretto dall’emergenza sanitaria alla lontananza dalla propria famiglia. Battaglia fa la spola tra Caiazzo e Roma e vive sotto scorta. Grazie alle sue denunce fece arrestare i fratelli Zagaria. Battaglia, che ha rotto il silenzio a rischio della vita e dal novembre scorso vive sotto scorta, facendo la spola tra l’azienda di famiglia a Caiazzo e Roma dove gestisce un mini caseificio a Eataly. Il suo è un vero e proprio grido d’allarme: ”Noi crediamo nello Stato e abbiamo sempre avuto fiducia nella giustizia, ma non è possibile lavorare con tutti questi lacci e lacciuoli inutili, cosi’ ci sentiamo abbandonati e quasi un peso”. Con le sue rivelazioni sono stati arrestati i fratelli Zagaria e da allora Battaglia e’ nel mirino dei boss, ma non si lascia intimidire: ”Non smetterò mai di lottare per quello in cui credo. Per questo ho accettato la nuova sfida di gestire, in qualità di presidente di Ats Terra Verde, i sei ettari di terreni confiscati al clan Schiavone, voglio che diventino il simbolo della legalità’. ”Vivere sotto scorta non e’ facile -avverte l’imprenditore casertano- soprattutto quando ti danno come autodiservizio un mezzo catorcio con centinaia di migliaia di km e un airbag che non funziona, mentre nei depositi ci sono tante vetture nuove di zecca inutilizzate. E’ un’offesa per il mio lavoro e quello dei ragazzi della scorta che mi seguono ogni giorno rischiando la vita”. ”Certe volte mi chiedo: non sarà mica una colpa ribellarsi alla camorra? Eppure, vado avanti e porterò parte delle mie bufale nei terreni confiscati per dimostrare che anche li  ci può essere impresa legale”, assicura Battaglia.
Gustavo Gentile


Articolo pubblicato il giorno 10 Aprile 2020 - 11:43
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