E’ capitato quasi a tutti noi di fare la fila in un negozio o supermercato sopratutto di questi tempi. Normalmente si aspetta pazientemente il proprio turno,altre volte si chiede al cliente che sta prima di noi di passare avanti se magari si hanno pochi prodotti rispetto a lui,altre volte semplicemente ci si rassegna e si aspetta.
Certo rispetto al mese scorso, la consapevolezza di tutti è massima, anche tra gli scaffali si sta attenti alle distanze ma arrivati alla cassa spesso viene meno tutta l’accortenza utilizzata.Eh si perchè c’è una cosa alquanto spiacevole: molti pagano con le banconote : i soldi sono sporchi , sono veicolo di batteri e probabilmente bisogna fare attenzione il doppio del normale.
In TV, alla radio, sul web, perfino sui social network continuano (giustamente) a ripeterci le regole fondamentali da rispettare per evitare la diffusione del virus, ma sono poche, pochissime le avvertenze per quei pochi momenti comuni come quello in cui si fa la spesa. Però rimane il fatto che stando in giro molto denaro la possibiltà di continuare a veicolare il coronavirus atttraverso di esso non è secondaria.
In effetti al momento sul denaro si dice poco o pochissimo ; c’è un articolo del The Telegraph (1) datato 2 marzo in cui la WHO (World Health Organization) dice apertamente che “le banconote sporche potrebbero diffondere il Coronavirus, chi le tocca dovrebbe subito lavarsi le mani e scegliere i pagamenti contactless, laddove possibile“.
Il denaro contante potrebbe quindi essere veicolo del virus, seppur non ci siano studi scientifici specifici che lo dimostrano senza ombra di dubbio, la ragione ha portato la WHO a considerarlo tale e i governi di Cina e Corea del Sud alla sanificazione dei soldi. La Cina, in particolare, è ricorsa agli ultravioletti e alle alte temperature per distruggere eventuali virus residui, tenendo poi il denaro in quarantena per 14 giorni dopo questo processo. Parte del cash più a rischio sarebbe invece stato distrutto, ha riportato anche la Cnn (2) il 17 febbraio scorso.
Ma quanto sono sporche le banconote? C’è una ricerca condotta a New York nel 2017, lo studio ha riguardato le banconote da 1 dollaro.La lista di elementi ritrovati è lunghissima, da organismi più comuni come il Propionibatterio dell’acne, oppure lo streptococco orale; e ci sono anche tracce di cocaina che sono state ritrovate nell’80% delle banconote esaminate
, oltre a morfina, eroina, anfetamine e metanfetamine in percentuale inferiore.Per fortuna la maggior parte di questi elementi emersi non crea malattie, ma esistono già studi che dimostrano come patogeni più pericolosi possano resistere e diffondersi con i contanti.
Di certo si studierà o si starà già studiando la resistenza del Covid-19 sul denaro, seppur ricerche preliminari indicano che ii coronavirus può sopravvivere sul cartone per un giorno intero, su acciaio e plastica per un massimo di tre giorni.
Anche i bancomat non sono esclusi : centinaia di persone al giorno poggiano le loro mani per ritirare quei soldi sotto accusa.
Un report realizzato ancora una volta a New York, gli “ATM” di Manhattan sarebbero più sporchi di molte altre cose, perfino più sporchi dei pali della metropolitana e dei bagni pubblici della stazione.
In Italia (purtroppo) siamo molto legati al contante, forse per le vecchie abitudini o per esigenze di altra natura, questa situazione potrebbe essere la buona occasione per ridurre al minimo la circolazione di banconote : pagando infatti con la carta si evita di maneggiare banconote e monete, si evita di doversi recare al bancomat di frequente, si fa un passo in avanti per sconfiggere l’evasione delle tasse (che ci permetterebbe di pagare in futuro molte meno tasse)
Una cosa è piuttosto certa, non si è parlato abbastanza di denaro contante nel corso delle ultime settimane e della loro presumibile pericolosità, seppur perfino la WHO abbia chiaramente auspicato l’utilizzo delle carte per i pagamenti. Non tutti ne possiedono una, è vero, ma esistono ormai numerose soluzioni a costo zero che permettono di entrarne in possesso in pochi giorni.
Non ci dobbiamo tuttavia dimenticare degli esercenti che in questo periodo stanno soffrendo più di tutti; la maggior parte di loro non può nemmeno avvicinarsi alla propria attività e dovrà ancora attendere prima di poter tornare agli affari di un tempo. Il governo deve quindi fare la propria parte e mantenere le promesse pubblicizzate in autunno (9) con lo stesso Premier Giuseppe Conte sul taglio delle commissioni, adesso comprese dallo 0,99% al 4%. Fin troppo alte, soprattutto se a queste si aggiungono canoni mensili di noleggio, costi di installazione, reti e via dicendo.
In conclusione, quindi, pretendete più che mai i pagamenti con Pos in questo periodo e nell’attesissima fase 2, al supermercato, al ristorante, in un negozio o dentro un taxi. Non è solo una buona pratica economica, adesso è anche sanitaria.
FONTI CITATE E APPROFONDIMENTI
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