Chi è impiegato nel campo dell’edilizia, nel settore manifatturiero e nel commercio. Sono queste le categorie ‘segnalate’ dalla commissione economica guidata da Vittorio Colao che potrebbero tornare a lavoro. “Primo step: “Manifattura + Costruzioni + Servizi”: comincia così il prospetto di poche pagine messo a punto dalla task force che è sul tavolo del presidente del Consiglio Giuseppe Conte da alcuni giorni. Il piano tiene conto innanzitutto di chi può ancora lavorare in smart working e dei soggetti considerati “iper suscettibili”. Non viene indicata alcuna data per la fine del ‘lockdown’. Colao nei giorni scorsi illustrando la relazione ai ministri ha spiegato che si può ripartire sia dal 27 aprile che dal 4 maggio, “ma a sta alla politica decidere”. Il confronto nel governo prosegue, anche con il supporto del comitato tecnico-scientifico. Una delle ipotesi sul tavolo è che venga richiesta l’autocertificazione solo a chi deve spostarsi tra le regioni. La deroga agli spostamenti potrà infatti avvenire dal 4 maggio solo per motivi di lavoro, di necessità e urgenza o per motivi di salute (sarà possibile muoversi all’interno della stessa regione). Diversi comunque i nodi da sciogliere, al di là dei criteri di sicurezza di cui dovranno dotarsi le aziende dopo l’accordo tra sindacati ed esecutivo. Tra questi la preoccupazione maggiore – riferisce una fonte dell’esecutivo – è legata ai trasporti e all’applicazione delle misure, compito che spetta anche alle amministrazioni locali. In ogni caso nella bozza del piano si fa presente che in caso di peggioramento dei dati epidemiologici potrà esserci di nuovo “il lockdown totale o parziale a livello territoriale”. Tra le categorie a rischio vengono considerate con un colore rosso per il pericolo “aggregazione” “le attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento”.
Dal 4 maggio – si legge nel prospetto – andranno al lavoro 2.826.988 persone: in totale sarebbero 4.057.552 ma occorrerebbe ‘escludere’ 861.384 in smartworking e 369.181 “over 60” (ipotesi già bocciata dal presidente del Consiglio). Alcuni esempi: via libera a chi lavora per la fabbricazione di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura; per chi fabbrica apparecchiature per telecomunicazioni; per chi costruisce navi e imbarcazioni, locomotive; per chi fabbrica aeromobili, veicoli spaziali, veicoli militari e da combattimento ma anche strumenti musicali, articoli sportivi, giochi e giocattoli. E per chi porta avanti attività immobiliari. Tre i criteri in base ai quali dovranno orientarsi – sempre secondo il prospetto – le scelte del governo: “situazione epidemia” (“stabile/in miglioramento”); stato del sistema sanitario e ospedaliero locale adeguato; disponibilità di Dpi e “materiali critici”. Dovranno sussistere – è la premessa – “le precondizioni sanitarie a livello territoriale rilevante” e dovranno essere adottati “adeguati protocolli di sicurezza condivisi con parti sociali”. Esempio: turni, orari differenti, supporto di “strumenti normativi”. Nel documento si parla di “uniformare su scala nazionale la gestione di informazioni e date sul rischio medico sanitario”, di coinvolgere “le parti sociali sulle riaperture”. Inoltre di un piano di comunicazione e sensibilizzazione; della necessita’ di misure per le famiglie e la scuola; di monitoraggio e prevenzione del rischio psicologico e sociale. Punti fermi essenziali il protocollo di “supporto alle piccole e medie imprese” e protocolli di “sicurezza specifici” (“l’APP individuale” da scaricare) che prevedano anche le “ispezioni sull’applicazione” dei sistema di sicurezza. Attenzione soprattutto al trasporto pubblico locale, con la sottolineatura che occorre consigliare l’utilizzo di “mezzi privati, bici, scooter, trasporti aziendali”. Innanzitutto andrà fatta sempre “una valutazione sull’impatto sulla situazione sanitaria” con dati che andranno “condivisi giornalmente”. Ad occuparsene dovranno essere le regioni insieme al prefetto con il “supporto Cts”. In caso di deterioramento dei dati epidemiologici si prevede “il ripristino del lockdown totale o parziale a livello territoriale”.
Il punto di riferimento naturalmente sono i codici Ateco “ad oggi sospesi” e il “livelli di rischio” attraverso i dati dell’Inail. Il prospetto si occupa di 4 milioni di occupati e indica due coefficienti: quello di “rischio” normale e il “rischio aggregazione”. ‘Verde-verde’ vuol dire che il rischio di contagio e’ bassissimo. E riguarderebbe i lavoratori per “estrazione di minerali da cave e miniere” (15mila); “attività manifatturiere” (2.582.627); “costruzioni” (802.756); “commercio ingrosso e dettaglio, riparazione di auto e moto” (354.037); “attività immobiliari” (164.000); “attività professionali, scientifiche e tecniche” (139.132). Poi c’è il ‘verde-giallo’, ovvero dove qualche rischio potrebbe esserci. Vengono citate le categorie che lavorano per “noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese” (151.000). Si va poi al ‘verde-arancione’ e al ‘verde-rosso’: per questa ‘fascia’ si rileva che a rischio sarebbero “le attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento”. La scheda successiva riguarda “le simulazioni preliminari su ‘verdi-verdi’ e ‘verdi gialli'”. Dal totale di 4 milioni di lavoratori nei codice Ateco selezionati occorrerebbe sottrarre gli 861.384 in quota smartworking e i 369.181 ‘over 60’. I numeri – più ‘protetti’ sono gli ‘occupati’ in estrazioni minerali, manifattura, costruzioni, commercio, attività immobiliari, attività professionali; colore ‘verde-giallo’ invece per commercio, noleggio e agenzie viaggi – riguardano quelli che realmente si recherebbero al lavoro. Altro focus sempre riguardante “gli addetti ai lavori in edilizia, manifattura e commercio” prevede la divisione di coloro che potrebbe rientrare al lavoro nelle grandi città. Numeri maggiormente alti per il settore manifatturiero, un pò meno per il commercio, bassi per quello delle costruzioni. Colpisce il dato di Roma (il 3% per il manifatturiero, il 4 per il comparto delle costruzioni e il 9 per il commercio) e quello di Milano (il 9% per il manifatturiero, il 3 per il comparto delle costruzioni e il 12 per il commercio). Per il manifatturiero numeri alti a Torino (20%), Bologna (17%) Venezia (12%) e Firenze (18%); per il commercio a Napoli (13%), Reggio Calabria (15%) e Catania (13%).
Nella bozza del documento Colao c’è anche lo screening riguardante i mezzi di trasporto per andare a lavoro “utilizzati dagli addetti Edilizia, Manifattura e Commercio”. La divisione e’ tra treno/tram/metro, bus aziendale, mezzo privato o chi va a piedi. La prima categoria viene utilizzata soprattutto a Milano (21%), Roma (21%) e Genova (23%). I mezzi privati si utilizzano soprattutto a Catania (85%), Cagliari (83%), Messina (79%) e a Firenze (81%). Gli addetti nell’Edilizia, nella Manifattura e nel Commercio vanno a piedi a Napoli (17%), Messina (16%) e Palermo (16%). In giornata la commissione Colao dovrebbe riunirsi per definire il lavoro portato avanti mentre la cabina di regia alla quale partecipano il presidente del Consiglio, i ministri competenti, le regioni e i comuni dovrebbe tenersi domani. Non sono ancora chiari i tempi della presentazione del Dpcm necessario per modificare i provvedimenti presi e che potrebbe avvenire nel week end o all’inizio della prossima settimana. Inoltre alcune regioni, come il Veneto, già si sono mosse, con il governo che – riferisce una fonte che sta lavorando al dossier delle riaperture – non ha nascosto l’irritazione per le continue fughe in avanti. Zaia nell’accelerare sul tema delle riaperture ha citato, tra l’altro, proprio l’input che a suo dire sarebbe arrivato dall’ex Ad di Vodafone al governo. La task force di Colao ha suggerito la riapertura per alcuni comparti anche dal 27 aprile. Discussione sul tavolo, anche se per il presidente del Consiglio la fine del lockdown, con l’allentamento delle misure, formalmente resta per il 4 maggio. Il timore, tra l’altro, è che in vista dei prossimi week end ci possa essere una sorta di ‘liberi tutti’ e su questo punto il premier e’ stato chiaro. Sarà comunque l’esecutivo a decidere.
Ecco comunque la classificazione completa indicata dalla commissione Colao sulle attività che potrebbero riprendere: bassi rischi (contrassegnati con il doppio verde-verde) per chi fabbrica “apparecchiature per telecomunicazioni, elettronica e audio-video, strumenti di apparecchi di misurazioni prova e navigazione, orologi, di strumenti ottici e attrezzature fotografiche, supporti magnetici e ottici, cablaggi e apparecchiature di cablaggio, per illuminazione, di apparecchiatura per uso domestico, di “macchine di impiego generale”, di macchine per l’agricoltura e silvicoltura, macchine per la fornitura dei metalli e di altre macchine utensili, di autoveicoli, di carrozzerie per autoveicoli, rimorchi e semi-rimorchio”. Per quanto riguarda il settore edile ok a chi lavora alle costruzioni di “navi e imbarcazioni, di locomotive e di materiale rotabile ferro-tramviario”. Semaforo verde a “chi fabbrica aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi, veicoli militari e da combattimento, mezzi di ‘trasportonicà, mobili, gioielleria, bigiotteria e articoli connessi e alla lavorazione di pietre preziose”. Via libera anche a chi lavora per la fabbricazione di strumenti musicali, articoli sportivi, giochi e giocattoli. Capitolo costruzione: ok a “chi sviluppa progetti immobiliari, edifici residenziali e non, altre opere di ingegneria civile, demolizione e preparazione edile, completamento e rifinitura di edifici”. Capitolo commercio all’ingrosso e al dettaglio riparazione di autoveicoli e motocicli: “commercio all’ingrosso di beni di consumo finali, di apparecchiature Ict, di altri macchinari”. Attività immobiliari: “compravendita di beni immobili effettuata su beni propri, affitto e gestione di immobili di proprietà o in leasing, attività immobiliari per conto terzi”. Inoltre attività professionali scientifiche e tecniche: “la pubblicità, ricerche di mercato e sondaggi di opinione”.
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