Una fabbrica abusiva che produceva un igienizzante senza le autorizzazioni previste. E’ la scoperta della Guardia di finanza di Caserta durante una ispezione a una azienda di prodotti chimici con sede in Mondragone, nel Casertano, per verificarne la correttezza del ciclo produttivo e la regolarità delle indicazioni fornite ai consumatori sulle etichette dei prodotti. L’intera produzione di ‘igienizzanti antibatterici’ veniva realizzata artigianalmente senza le dovute garanzie igieniche e senza aver compiuto l’iter ministeriale a tutela della salubrità del ciclo produttivo e della sicurezza del prodotto finale.
Sequestrati circa 5.000 litri di liquido igienizzante, sia per mani che per superfici, venduto in confezioni da 1 litro e 5 litri, oltre 4.300 litri di ipoclorito di sodio usato come materia prima e oltre 4.500 etichette ancora da apporre sulle confezioni riportanti la dicitura ‘antibatterico’ e un’immagine sferica che suggeriva una azione biocida del preparato. Solo pochi giorni fa era apparso sui giornali locali un articolo che parlava della riconversione dell’impresa ispezionata per la produzione di un igienizzante, L’iniziativa veniva segnalata come un esempio di generosità con finalità no profit in quanto il titolare dichiarava di averlo ceduto gratuitamente a forze di polizia, organizzazioni di volontariato e perfino ad ospedali, anche se già da alcune settimane lo stesso prodotto veniva venduto a prezzo di mercato sui principali siti di vendita on line. Le Fiamme gialle hanno accertato anche che il sito di produzione era completamente abusivo e che il rappresentante legale non aveva mai provveduto a effettuare le dovute comunicazioni (Scia) al Comune di Mondragone per l’inizio dell’attività. Rilevata, inoltre, la presenza di un’ingente quantità di rifiuti speciali, pericolosi e non, derivanti dalla lavorazione, che venivano depositati in modo incontrollato al suolo, e la carenza di autorizzazione per lo scarico dei reflui e la gestione degli scarti di lavorazione. Sigilli dunque anche dei 2 capannoni da 500 mq dove avveniva la produzione abusiva e dell’area esterna adiacente di circa 1000 mq, denunciando il legale rappresentante della società per l’illecita produzione e per il mancato rispetto delle norme ambientali.
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