Ancora un giorno triste per l’Irpinia. E’ Villanova del Battista a piangere una nuova vittima a causa del coronavirus. Non ce l’ha fatta Gino Baviello, volontario attivissimo della Croce Rossa Italiana, iscritto al comitato di Ariano Irpino. Un uomo esemplare, dalle grandi doti umane, da sempre al servizio dei più deboli, con tantissime azioni umanitarie spesso silenziose.
Aveva appena compiuto 58 anni lo scorso 20 aprile. Il suo cuore ha cessato di battere nel reparto di rianimazione dell’ospedale Sant’Ottone Frangipane di Ariano Irpino, dove era ricoverato. E’ la tenza vittima nel piccolo comune irpino alle porte del tricolle. Dipendente esemplare di Irpiniambiente. Lo piangono tutti i suoi colleghi di lavoro. “Una persona straordinaria, umile soprattutto e sempre corretto, nella vita e nel lavoro.”
“Villanova piange ancora.Villanova sta pagando troppo caro per colpa di questo maledetto virus – scrive il vice sindaco Umberto Colantuono – un’altra gran bella persona ieri sera ci ha lasciato.Padre, marito, amico, volontario della Croce Rossa Italiana, sempre disponibile e sempre col sorriso. Abbiamo sperato, pregato, ci eravamo illusi e invece abbiamo perso un altro giovane della nostra comunità. Sentite condoglianze e un abbraccio forte a tutta la famiglia, che con il suo aiuto dall’alto e la vicinanza di tutta Villanova, trovino la forza per andare avanti.”
La foto di Gino in moto, la sua passione, sulla pagina facebook di Villanova del Battista: “E ancora un’altra cara persona del nostro paesello è venuta a mancare… Ci stringiamo attorno alla famiglia del carissimo Gino Baviello. R.i.p.”
Le parole commoventi di una Oss in servizio al Frangipane, Nancy Oliva: “Quel pomeriggio abbiamo parlato più volte. Anche se io in quella stanza non ci potevo entrare. Quel pomeriggio l’ho fatto. Ciao Gino, come va oggi? Così così. Allora: preparati adiamo a farci un giro in tac. Ok almeno esco. Abbiamo parlato di noi, del nostro lavoro a disposizione del malato. Tu hai detto che ti dispiaceva tanto, perchè ci vedevi lavorare tantissimo con poche certezze per il nostro futuro e avevi paura che ci ammalassimo lì dentro. E chi se le scorda le tue parole. Mi dicesti, povere figlie, che fate tanto, per poi non trovarvi niente. State attente che è pericoloso. Abbiamo sorriso, mi hai detto grazie per ogni cosa ed io prima che decidessero improvvisamente di intubarti ti ho promesso che sarebbe andato tutto bene. Ti chiesi se potevo chiamare dal tuo cellulare tua figlia per dirle che sarebbe andata tutto bene. Quella telefonata non la dimenticherò mai. Piangevo mentre voi parlavate. Mentre a te scendevano le lacrime, il medico ti preparava alla partenza verso un riposo, per la rinascita. Ho pregato per te. Ho provato in tanti modi a farti avere un rosario tra le mani del santo a cui eri tanto devoto. Ma non mi è stato permesso fartelo avere. Non ci posso credere. Un paziente umile, giovane, che non smetteva mai di ringraziarci con la sua gentilezza infinita. Ciao Gino, ora conoscerai Luigi, mio cognato e insieme sarete ottimi amici.”
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