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Coronavirus, tra incertezze, false verità e vere falsità

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A parte i contagi imprevisti come fiammate improvvise o i focolai traditori come il Corona Virus che li accende, comprendiamo bene la sensazione che il cittadino comune trae dal flusso continuo – ma anche spesso delirante – di notizie che invadono i Media, le Tv e i Social in particolare. Sono tante le fake news distribuite senza pause da haters malati di odio verso il mondo che li circonda. Haters vigliacchi, nascosti dal confortevole anonimato dei Social soprattutto. Ma sono anche tante le verità proposte e poi ritrattate dai protagonisti che ogni sera invadono i nostri televisori propinando sproloqui con cui affermano l’esatto opposto di quanto affermavano qualche tempo prima. Non c’è molto da stare sereni. Navighiamo tutti in un mare di incertezze. Di false verità e di vere falsità.

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Ma ora abbiamo capito che con il Corona Virus Covid-19 stiamo in frontiera, una frontiera ostile e per molti aspetti ignota anche ai cosiddetti “esperti”. Quindi riassumiamo le certezze salvifiche che abbiamo. Sono quelle essenziali di sempre in caso di epidemie. Vigilanza, Igiene, cautela nei rapporti sociali quotidiani. In più senza remora alcuna dobbiamo applicare il distanziamento sociale e l’isolamento prolungato. Nell’interesse di tutti. Sarebbe colpevole abbassare la guardia, anche se pesa sempre di più, come ai pugili messi nell’angolo. Ma ce la dobbiamo fare, in attesa del gong che chiuda l’incontro con la nostra vittoria, almeno ai punti. Ci manca poco ormai.
Intanto, dopo avere elencate le poche, ma solide certezze che abbiamo, proviamo a elencare le incertezze, nostre personali e quelle che gli esperti non ci sanno chiarire. Da febbraio non parliamo praticamente d’altro se non di coronavirus. Alla fine siamo diventati tutti un poco esperti di Corona Virus Covid-19. Ecco quindi che cosa non sappiamo ancora. Sappiamo tutti bene solo che per il vaccino ci vorrà tempo. Forse un anno, poco più o poco meno. Ma senza certezza che il Virus non muti ancora quel tanto da rendere il vaccino poco efficace. Checché ne dica il Prof. Burioni nelle ospitate frequenti che gli riservano in Tv.

L’AIFA, cioè la nostra Agenzia del farmaco Italiana, abbandonando il proprio consueto rigore, che allungherebbe i tempi, ha “precettato” numerosi Farmaci per la lotta al dannato Corona Virus. Alcuni antivirali, alcuni antimalarici, l’antiartritico “napoletano” della Roche Tocilizumab, che citiamo solo perché reso famoso al Cotugno di Napoli. Ma anche alcuni farmaci per l’HIV, uno dei quali adottato precipitosamente da Trump negli USA e, recentemente, un anticoagulante di basso costo e grande vantaggio. Questi farmaci, da soli oppure più o meno combinati tra loro, servono a contrastare i danni indotti dal Virus e ad evitare esiti di terapia intensiva, per quanto possibile, visti i risultati delle autopsie, purtroppo tardive, che hanno indirizzato meglio la ricerca dei farmaci antitrombotici.
Ma risultati confortanti in tal senso si cominciano a registrare. E in alcuni ospedali si sperimentano con buoni risultati le infusioni di plasma estratto dal sangue dei guariti o dei convalescenti. Una ennesima strada di contrasto al Virus. La strada primaria, risolutiva, però ancora non si conosce. Così come non si conosce il motivo essenziale dell’eccezionale bufera di contagi e morti nell’area geografica della cosiddetta Padania.

Errori, scelte sbagliate, mediche e politiche, non bastano a giustificare la strage. Neanche quella consumatasi nel silenzio delle RSA. Noi siamo stati tra i primi a parlare delle Vie del Fieno, quindi degli allevamenti intensivi e del particolato vagante nell’aria nebbiosa. La trasmissione Report dell’altra sera ci ha clamorosamente detto che eravamo sulla via giusta. E recentissimi studi sotto l’egida del CNR confermano quel che contemporaneamente confermano studi similari transoceanici.Ma noi, ciò nonostante, sappiamo bene che nessuno è possessore della Verità, unica e assoluta. E pensiamo che le nostre intuizioni ambientaliste abbiano soltanto colto nel segno della concausalità, in bioterritori già compromessi. Sembra ormai inutile cercare le cause dell’eccezionale letalità del Virus “autoctono” al di fuori e al di là del bioterritorio padano, alimentato da particolato organico in sospensione. Oggi proprio arriva sulla Stampa da parte di AGI Agenzia Italia lo studio effettuato dalle Università di Bari, Bologna e Trieste, con la collaborazione della nostra Università Federico II di Napoli. Noi di Cronache della Campania lo scrivevamo da un mese almeno, ponendo il problema da cronisti attenti agli eventi. Dunque, il troppe volte invocato Tsunami lombardo è stato causato dall’Ambiente padano?E sappiamo bene che gli interessi forti non consentiranno di sollevare completamente il velo della compromissione ambientale in un’area ricca in cui gli allevamenti intensivi e il recupero dei loro liquami è prassi consolidata e inarrestata. E c’è chi ha detto, inascolato, che la partita di calcio Atalanta-Valencia è stata la occasione dell’internazionalizzazione del cosiddetto virus padano.
Insomma la verità verrà a galla con il tempo. Ma soltanto se non sarà affondata dalle Ragioni della Opportunità. In questo mare di incertezze, emerge però una certezza legata al nostro SUD, che è stato risparmiato dalle asprezze letali del Corona Virus, ma che ha saputo finora meritarsi tale clemenza, determinata anche dalla maggiormente diffusa qualità bioterritoriale.

Federico L.I.Federico


Articolo pubblicato il giorno 26 Aprile 2020 - 18:33

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