Calcio

Coronavirus, Serie A perde oltre un miliardo: Juve e Inter più colpite

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Le conseguenze a medio e lungo termine della pandemia generata dal coronavirus hanno spinto il sito Transfermarkt a compiere un passo impensabile fino a qualche mese fa, rispondendo all’eccezionalità del caso con una scelta altrettanto fuori dall’ordinario: svalutare quasi tutti i valori di mercato del suo database. Con effetto immediato sui calciatori e, a ruota, delle principali leghe internazionale. Il calo subito della Serie A, confermatasi terzo campionato più prezioso dietro alla Premier (-1,8 miliardi, -18,9% del totale) e La Liga (-1,17 mrd, -18,7%) , è di oltre un miliardo (-18,75%). Conseguenze minori per la Bundesliga (-908 milione, -17,9%), ricca di giovani (per loro taglio solo del 10%, nda) e leggermente più vicina alla massima divisione italiana.Il più colpito dai tagli effettuati in Serie A è Paulo Dybala, sceso di 18 milioni di euro ma comunque il più prezioso del torneo davanti al duo nerazzurro Eriksen-Lukaku, entrambi a 68 milioni (-17 milioni rispetto al precedente valore di mercato).

Sempre per effetto del trattamento “privilegiato” dei nati dal 1998 in poi, Matthijs de Ligt è riuscito a perdere solo 7,5 milioni, salendo al quarto posto nella classifica dei “pregiati” d’Italia.Si leccano le ferite anche i team, dalla Juventus, la più colpita della Serie A (meno 140,8 milioni, -18,6% generale), all’Inter (minus di 132 milioni, -19,3%) e al Napoli (-120 milioni). In percentuale i partenopei calano del 19,7%, leggermente meglio di Torino e Udinese, giù del 20,1%. Pagano il momento anche la Serie B (-60 milioni, -16%) e, in forma minore, la Lega Pro (-10 milioni, -4%). In cadetteria il down maggiore tocca a Pietro Iemmello (-0,9 milioni) scalato a 3,4 milioni, mentre in C dice male a Jose Machín del Monza, che vede il suo valore portarsi da 2,6 a 2 milioni. Le squadre maggiormente colpite sono Empoli (-6 milioni) e Perugia (-4,6 milioni) in B e, una categoria sotto, il Monza (-2,7 milioni).La scelta di Transfermarkt non è stata figlia del momento, avventata, ma conseguenza naturale della crisi internazionale e frutto di un’indagine che ha convolto la nostra community e il mondo del calcio, in cui oltre il 70% dei partecipanti (300 figure del settore provenienti da 50 Paesi differenti) si è detto favorevole alla “sforbiciata”.


Articolo pubblicato il giorno 8 Aprile 2020 - 17:59
Redazione Cronaca

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