Cinque punti per riaprire l’Italia e convivere con il Covid-19 gestendo in modo sicuro la transizione da pandemia a endemia. La proposta scientifica e’ stata lanciata oggi su Medical Facts, magazine online di informazione scientifica con la direzione di Roberto Burioni e firmata tra l’altro da Pier Luigi Lopalco dell’Universita’ di Pisa, dagli Ordini dei medici (Fnomceo), dalla Federazione dei medici di famiglia, dalla Societa’ Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. “Per tornare gradualmente alla nostra vita di sempre, proponiamo la creazione di una struttura di monitoraggio e risposta flessibile (Mrf) dell’infezione da SARS-CoV-2 e della malattia che ne consegue (COVID-19) e, possibilmente, in futuro, di altre epidemie”, scrivono gli esperti. Una struttura, con chiare articolazioni regionali, che operi sotto il coordinamento di Protezione Civile e Ministero della Salute e il supporto tecnico dell’Istituto Superiore di Sanita’.
La struttura Mrf – secondo la proposta – dovra’ avere capacita’ e risorse per poter eseguire un altissimo numero di test (almeno nell’ordine di molte migliaia alla settimana) sia virologici che sierologici nella popolazione generale asintomatica, con rapidissime procedure di autorizzazione da parte del Governo centrale e dai singoli governi regionali, da utilizzare in caso di segnale di attivazione di nuovi focolai. Al secondo punto si prevede una struttura di sorveglianza centrale potenziata presso l’Iss, che sia responsabile sia dell’analisi dei dati in tempo “quasi reale”, che della presentazione da parte del Ministero della Salute al Governo, al Parlamento e agli organismi sanitari sovranazionali. Il rafforzamento della capacita’ regionale di sorveglianza epidemiologica, sotto forma di centri periferici di monitoraggio a diffusione capillare sul territorio e’ contenuto nel terzo punto. Mandato legale di proporre in modo tempestivo e possibilmente vincolante provvedimenti flessibili in risposta a segnali di ritorno del virus, tra cui forme di isolamento sociale; gestione di infetti e contatti. Infine, al quinto punto, viene indicata la condivisione della strategia comunicativa con l’Ordine dei Giornalisti, i maggiori quotidiani, le principali testate radio-televisive pubbliche e private per evitare danni potenziali dall’allarmismo esagerato o dalla sottovalutazione facilona o addirittura negazionista. Secondo gli esperti, dal punto di vista scientifico, ci sono tre fattori chiave che possono contribuire a prevedere una prossima fine per la fase “acuta” dell’epidemia: l’isolamento individuale e il distanziamento sociale; secondo fattore, tutto da valutare, e’ lo stabilirsi di immunita’ naturale; il terzo fattore, anch’esso da confermare e’ la stagionalita’. “Dei tre – spiegano – solo l’immunita’ naturale ci potra’ proteggere contro il ritorno del virus, ma l’efficacia e la durata di questa immunita’ non e’ ancora nota. Per cui, al momento non essendo disponibile un vaccino, l’unico modo per valutare come questi fattori hanno agito nel ridurre il numero dei contagi e’ quello di campionare in modo statisticamente rilevante la popolazione generale nelle varie aree geografiche del Paese, per valutare sia lo stato dell’infezione attiva, tramite tamponi diagnostici (che ricercano il virus nella saliva), che lo stato di immunita’ della popolazione, tramite analisi sierologiche grazie a test validati per la presenza di anticorpi specifici” .
Articolo pubblicato il giorno 14 Aprile 2020 - 13:25