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Coronavirus – ‘Lettera Aperta’ dalla Vice Presidenza Associazione Animazioni Unite

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Di seguito un comunicato dell’Associazione Animazioni Unite firmato dal presidente FIAST Assoturismo Confesercenti Salvatore Belcaro, dal presidente Fabio Giuffrida dell’UNIAST Sicilia e da  Salvatore Postiglione, Presidente Animazioni Unite.

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“In merito all’emergenza Covid-19 ci troviamo ad essere gli ultimi della fila, coscienti di doverlo essere, poiché tutte le nostre attività si basano proprio sul nemico del momento, ovvero l’assembramento di persone.

Questo però non significa non poter continuare ad esistere dopo un lungo tempo di inattività. Un fattore positivo di tutta questa situazione è il confronto continuo ed il lavoro comune che stiamo facendo anche tra noi associazioni di categoria ed ogni singola attività di animazione e intrattenimento, che ci stanno portando in modo coordinato ed unitario ad un’azione comune sul fronte delle richieste.
L’Animazione Turistica e Territoriale si è trovata difronte ad un azzeramento improvviso del fatturato: feste, eventi e intrattenimento prevedono tutte attività di contatto tra le persone presenti, quindi impossibili da effettuare in questo periodo. Abbiamo la piena coscienza che in un momento di emergenza sanitaria come questa non possiamo che attendere delle direttive ben precise dalle Istituzioni, proprio per poter garantire ai nostri clienti il massimo della sicurezza sui nostri servizi. Questo però non toglie che le nostre Imprese sono totalmente ferme, senza un orizzonte temporale per pensare in modo pratico ad una riapertura. Per noi effettuare un servizio significa pianificare, impegnare personale, materiali e svolgerlo, molto spesso non nella nostra sede, ma in altri luoghi. A maggior ragione, nei casi di Animazione Turistica, il personale va selezionato, formato ed inviato nelle strutture turistiche che, ad oggi, non sappiamo se e come apriranno. A poco valgono i contratti firmati per i nostri servizi, poiché sappiamo bene che, qualora le strutture turistiche potessero riaprire con regole di contenimento sanitario molto rigide, saremmo i primi ad essere eliminati (peraltro giustamente da un punto di vista di sicurezza). Siamo legati alla stagionalità estiva per il 70% del nostro fatturato per il Turistico (in alcuni casi anche il 90%) ed un 50% del fatturato per il Territoriale viene svolto tra marzo e luglio (con l’animazione per le comunioni e altre cerimonie, il periodo Pasquale, le feste di compleanno, le gite, ecc.). Per questo siamo fortemente preoccupati dal silenzio da parte delle Istituzioni sul nostro settore e su quello in generale del Turismo.

Quello che ci mette in allarme è il continuo sentire dalle Istituzioni preposte al Turismo parole come “stiamo studiando” oppure “ci stiamo informando”, pur coscienti che nessuno del nostro settore è stato interpellato per dare un’idea pratica delle necessità che abbiamo per poter sopravvivere in maniera strutturale. Non siamo paragonabili ad un negozio o ad un’attività di vendita con merce solida: noi eseguiamo servizi che nella maggior parte dei casi vengono svolti da persone, con un’organizzazione atipica e trasversale, tra il turismo e lo spettacolo. Ecco perché abbiamo bisogno di un intervento ad hoc che ci consenta di rimanere in vita fino alla fine dell’emergenza sanitaria.
Quello di cui abbiamo bisogno, di cui una parte l’abbiamo già inserita in un documento inviato da Assoturismo Confesercenti, sono provvedimenti concreti, che forniscano liquidità immediata non a debito ma a fondo perduto, basata sui fatturati dei due anni precedenti, unico sostegno reale per la sopravvivenza. Inoltre abbiamo già individuato tutta una serie di interventi per riprogrammare in modo organizzato la ripartenza del settore, alleggerendo le regole attuali ed adattandole maggiormente la mercato reale del settore (es. la realizzazione di un unico CCNL che sia agevole per le aziende e tuteli i lavoratori, sia nel Turistico che nel Territoriale), traslando le imposte fino a dicembre 2021, introducendo sgravi contributivi per le nuove assunzioni (in funzione della stagionalità, dell’intermittenza e della fascia d’età giovanile prevalente), trasformando i crediti pregressi (ancora da incassare) e gli investimenti in tecnologia e rinnovamento in crediti d’imposta, abbassando l’IVA dal 22 al 10% ed introducendo esenzioni per le varie tasse territoriali. In sintesi chiediamo di sostenerci nel periodo di arresto forzato, permettendo poi un’organizzazione più leggera ed agile in modo che le “regole” di questo settore siano chiare per tutti e ci permettano di ricreare un mercato basato sulla qualità e sulla concorrenza qualitativa del prodotto. Per anni abbiamo portato il sorriso nelle realtà più strane: vogliamo continuare a farlo, sorridendo”.

 


Articolo pubblicato il giorno 22 Aprile 2020 - 10:01

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