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Coronavirus. IL rapper Lucariello portavoce dei diritti di musicisti e artisti

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“Tutto il mondo dell’arte è fermo, e lo resterà per molto senza un aiuto. Così è per chi organizza eventi, o lavora nella comunicazione. Gli artisti sono una delle categorie più vulnerabili in questa crisi da coronavirus. Tutti lavorano con la partita iva, senza nessun ammortizzatore sociale, senza rappresentanza. Non possiamo lasciar passare troppo tempo. Chiediamo la programmazione di interventi mirati perché i creatori di contenuti della cultura non abbiano a spegnersi. In una grande crisi, l’arte ha un ruolo fondamentale”. A denunciarlo è il rapper napoletano Luca Caiazzo in arte Lucariello.

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“L’argomento è spigoloso ma quanto mai attuale. Il mercato della musica dal vivo in questo momento è tra i più colpiti in assoluto. Un segmento in cui la prassi del lavoro a nero è diffusissima. Parliamo di ragazzi, di padri di famiglia che lavorano nei piccoli locali, nelle cerimonie, nelle band fuori dallo ‘star-system’ che vivono un precariato totale, senza alcun tipo di protezione o di sostegno in questo momento. Le paghe, spesso bassissime non permettono di regolarizzare una posizione contributiva. I musicisti rientrano nella categoria dei lavoratori dello spettacolo al pari di chi lavora in teatro, dove la situazione dei tour e delle prove è strutturata in maniera assai diversa. Avere 30 giorni di contributi Enpals, come si richiede per il contributo covid19 di 600 euro, è un privilegio che molti musicisti non possono permettersi”.

E aggiunge: “Ad esempio le giornate passate in sala prove non sono quasi mai pagate “e il quasi è un eufemismo”. A causa delle restrizioni per il virus non sappiamo quando si tornerà a suonare. Sarebbe bello costruire una discussione e portare alle istituzioni un proposta che possa finalmente creare una base di equità che renda i musicisti uguali nei diritti a tutti gli altri lavoratori. Chiediamo per i lavoratori delle arti un “reddito di quarantena” nell’immediato, la riduzione della tassazione per almeno due anni, la semplificazione per l’accesso ai bandi già esistenti, la semplificazione per ottenere la nazionalità italiana nei film, un programma di nuovi bandi mirati, spazi ben definiti in televisione, bandi dedicati ai singoli artisti e alle piccole imprese”.


Articolo pubblicato il giorno 21 Aprile 2020 - 15:52

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