Non sulla pelle dei bambini, non sulla pelle delle famiglie, non sulla pelle dei servizi educativi. Questa è la battaglia che stanno conducendo dirigenti e titolari di tutta Italia di servizi educativi all’infanzia 0/6 privati, sotto il nome del gruppo Campania Sic, servizi educativi per l’infanzia Campania, le cui referenti sono Katia Mascolo, direttrice della Scuola dell’infanzia e Micronido La Bottega di Mastro Ciliegia (Nocera Inferiore – SA), ed Elisabetta Vozzella, direttrice dell’asilo nido Il Bosco Magico (Avellino), del Co.Si.Prec per le scuole paritarie, il cui referente è Pasquale Eramo, direttore della scuola dell’infanzia paritaria Dolce Infanzia (Cesa – CE), e Comitato Nazionale EduChiAmo, il cui presidente è Cinzia d’Alessandro, direttrice dell’asilo nido La locomotiva di Momo (Milano), che vanta rappresentanze di circa 3000 strutture di tutte le regione italiane.
“Ci siamo uniti in un unico grido, per chiedere aiuto al governo dal momento che può accadere che la tragica e unica condizione delle nostre imprese private sia ignorata: costringerà i bambini a camminare sulle macerie dei luoghi dove fino ad un mese fa vivevano una quotidianità gioiosa, lasciando le famiglie allo sbando e privando migliaia di educatrici, insegnanti, cuoche e ausiliare del posto di lavoro. Copriamo il 65% del sistema scolastico nazionale abbiamo costi di gestione fissi non coperti al momento per la mancanza delle rette dei genitori”, si legge nella nota stampa.
“Siamo un sostegno importante alla scuola pubblica e alle famiglie. Sono state già inviate lettere di richieste alle istituzioni, sia regionali che nazionali. “Nella nostra regione – riferisce la dottoressa Mascolo Katia – il nostro presidente De Luca si è espresso con il suo piano economico, che garantisce una boccata d’ossigeno alle nostre scuole, ma il grande rammarico è che le scuole siano state inserite nel calderone delle imprese, scegliendo di riservate un trattamento diverso ad altre categorie, senza considerare anche noi come una categoria da tutelare, poiché parte fondante del sistema scolastico, che, a questo punto, rischia il collasso”.
“Abbiamo richiesto interventi precisi – spiega il dottore Eramo – ovvero conversione dei bonus nido/voucher babysitter (fondi già destinati a questo uso e non utilizzato dalla maggio parte dell’utenza) in credito per gli asili nido, estensione della cassa integrazione per i dipendenti per tutti i mesi di chiusura forzata, contributo in liquidità a fondo perduto per sostenere le spese di gestione fisse non azzerabili, quali i fitti, le utenze,ecc, anticipo e rinfoltimento del contributo ministeriale previsto per le scuole paritarie”.
“La speranza – chiosa la dottoressa Vozzella – è che le richieste dei nostri comitati regionali e quelle del comitato nazionale EduChiAmo vengano ascoltate, perchè abbiamo bisogno di aiuto, abbiamo la necessità e il dovere di mantenere in piedi le nostre scuole, per i nostri alunni e per i genitori con i quali abbiamo instaurato un patto di fiducia! Chiediamo allo Stato di non abbandonarci!”.
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