Che dire al lettore alla ennesima giornata di isolamento con prospettiva quattro Maggio? Beh stavolta vado giù duro e puro. Quello che viviamo lo si potrebbe definire un delirio collettivo, fatto di tante parole e pochi fatti, ma molti misfatti. Questo è la sensazione che il cittadino comune trae ai tempi del Corona Virus dal mare magno di notizie che invadono i Media, le Tv e i Social in particolare. Un delirio che frulla tutto in un magma di incertezze alimentato dalle tante verità contestate e poi riproposte, dalle tante fake news distribuite senza pause, dai tanti protagonisti che imperversano dappertutto affermando con imperturbabili sproloqui l’esatto opposto di quanto affermavano qualche tempo prima. E impietosi i Social si scambiano i files video del prima e del dopo, con commenti irriferibili.
Ne ho visti pochi, preferisco non vederli, questi “Ercolino sempre in piedi” dei caroselli d’antan. Mi ricordo però di un paio di files video che avevano come protagonisti quegli “esperti” che all’inizio di questa pandemia italo-cosmica rassicuravano boriosamente l’intervistatore TV che mai e poi mai sarebbe approdato in Italia il Corona Virus Cinese. E poi si è visto come è andata a finire, per l’Italia e per il resto del Mondo, compresa la Cina, che ora è alle prese con i “contagiati di ritorno”.
Sarebbe stato più semplice dire dal primo momento che con il Corona Virus Covid-19 tutti, ma proprio tutti, stavamo in frontiera, una frontiera inesplorata e infida. Che le uniche regole salvifiche – e non sempre – valide davvero, sono quelle antiche di sempre in caso di epidemie: massima attenzione, massima igiene, massima cautela nei rapporti interpersonali. A queste per il Corona Virus si sono aggiunti il provvido distanziamento sociale e l’isolamento. Le mascherine? Beh, come abbiamo visto, quelle arrivano a milionate ora che servono meno…
Ma saranno obbligatorie per legge. Evviva! E le Terapie intensive e gli annessi e connessi, fatti di respiratori, ventilatori e intubazioni? Beh, erano necessarie per i poveri cristi il cui organismo veniva devastato dal Virus. Ma fortunatamente, ora che la morsa del Virus pare allentarsi decisamente, contrastato da antinfiammatori e antivirali, ora anche da anticoagulanti, sono in numero più che sufficiente dappertutto.
E ora ci sarebbe da domandarsi ancora a cosa servirà l’ospedale dei record. Quale? Ma quello della Fiera di Milano, quello costruito in dieci giorni dalla Regione Lombardia, ma in un grande padiglione già completato prima per l’evento fieristico e ora malinconicamente vuoto. Tra osanna e fanfare autoreferenziali per l’Ospedale della Fiera sono stati spesi soltanto ventuno milioni di euro ed altri spiccioli. La media è di oltre due milioni di euro al giorno. Però c’è un però.
Sembra che – stando a notizie di stampa di ieri – fino all’altro ieri l’Ospedale dei record ospiti poco più di una decina di malati. Martedì 14 pomeriggio, durante la sua conferenza stampa giornaliera, l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, ora in difficoltà ad argomentare contro il Governo centrale visti i risultati emergenti dalla indagini sulle RSA, ha dispensato la propria disarmante verità. Egli ha respinto le critiche sull’Ospedale della Fiera spiegando il suo scarso utilizzo.
Come? Ebbene l’ex Torquemada lombardo ha avuto il coraggio spudorato di affermare che il mancato utilizzo è una cosa di cui essere contenti, perchè: “vuol dire che oggi c’è un bisogno sanitario inferiore”». Quasi testuale. Che dire? Soltanto che Monsieur de Lapalisse e la Sibilla Cumana al confronto erano due dilettanti. Perciò, nonostante tutto, nonostante tutti, ce la faremo.
Federico L. I. Federico
Articolo pubblicato il giorno 20 Aprile 2020 - 08:13