Individuare strumenti e risorse straordinari da affiancare agli interventi nazionali e sollecitare le sedi governative ed europee, in considerazione della particolare condizione di debolezza della Campania, sulla necessità di risorse aggiuntive per impedire il tracollo di un’intera regione. È la richiesta principale contenuta nella proposta alla Piattaforma regionale di sostegno alle famiglie che Cgil Cisl, Uil Campania hanno inoltrato al presidente della regione Vincenzo De Luca. Destinatari degli interventi, tutti coloro che non posseggono fonti di sostentamento, in quanto esclusi dalla copertura degli ammortizzatori sociali, dalle indennità previste dal Governo oppure rimasti disoccupati prima ancora del diffondersi dell’epidemia.
“Già prima del dilagare del Covid-19 – affermano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Campania, Nicola Ricci, Doriana Buonavita e Giovanni Sgambati – il 41,1% della popolazione campana era a rischio povertà. Le misure da mettere in campo dovranno sostenere dunque una rete già fragile, scongiurando il pericolo di qualunque intervento criminale e speculativo da parte di chicchessia e sfruttando l’occasione per far emergere ed estirpare le sacche di illecito e malaffare. Inoltre – proseguono – gli interventi governativi mirano a dare respiro a una popolazione di lavoratori dipendenti standard, tutelati dai contratti. Condizione che riguarda una parte cospicua ma non esaustiva della forza lavoro della nostra regione, escludendo centinaia di cittadini da qualunque strumento di supporto, spingendoli verso i margini e in una condizione di povertà che senza un intervento tempestivo rischia di divenire stabile”.
Nel documento i segretari di Cgil, Cisl e Uil danno indicazioni anche su come strutturare la proposta. Il kit di interventi regionali dovrà basarsi innanzitutto su un sostegno economico diretto, da erogare tramite buoni per spesa, affitto ed utenze, per una durata di almeno 3 mesi previa presentazione di Isee sociale, la sospensione delle scadenze delle “spese familiari” (quali mutui, fitti, bollette) in favore anche di coloro che percepiscono la pensione minima. Per la presentazione delle istanze, la Regione Campania oppure l’Inps potrebbero costituire un portale e pensare alla creazione di una card regionale sulla quale caricare gli interventi, d’intesa ed in sinergia con l’Inps le Amministrazioni Comunali. Centrale è il ruolo dei Comuni, in quanto propaggine dello Stato più vicina ai cittadini e, in quanto tale, in grado di controllare e monitorare le reali situazioni di emergenza.
Essenziale è il coinvolgimento delle strutture di vigilanza e controllo preposte (Agenzia delle Entrate, Ispettorato del Lavoro, Inps) per porre le basi necessarie all’emersione, una volta superata la fase emergenziale, delle aree grigie e nere dell’economia.
“In tale ottica – concludono Ricci, Buonavita e Sgambati – è quanto mai opportuno valutare la possibilità di condividere un Protocollo, che veda coinvolti Regione, Anci, Inps, organizzazioni sindacali, Confindustria e le altre parti datoriali, e che riassuma le azioni da mettere in campo per fronteggiare l’emergenza, ma anche per iniziare a lavorare in maniera condivisa sulle possibili e prevedibili ricadute socio-economiche e su come attrezzarsi in vista dell’emergere, come già accennato, di nuove sacche di povertà”.
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