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Coronavirus. Cgil, Cisl e Uil Campania: ‘Gestire la fase 2 con gradualità e lavoro sicuro’

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La fase 2 alla quale tutte le forze sociali ed economiche sono chiamate a dare un contributo, fermo restando la piena salvaguardia della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, deve tener conto del Protocollo Regionale, che insieme a quelli nazionali, dovranno rappresentare l’unico punto di riferimento per la regolamentazione della transizione e senza sovrapposizioni istituzionali. Fase fondamentale, questa, da gestire in maniera ordinata e strutturata per non disperdere quanto di buono fatto finora in termini di contenimento del contagio. Ciò in stretto raccordo con i Comitati istituiti presso le Prefetture, quello della Sanità ed i Comitati Aziendali di ogni settore, pubblico e privato, chiamati questi ultimi, con la partecipazione di RSU, RSA e RLS, alla redazione degli specifici Protocolli di sicurezza anti-contagio in ciascuna realtà produttiva, che vanno resi immediatamente operativi”.

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È quanto affermano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Campania, Nicola Ricci, Doriana Buonavita e Giovanni Sgambati, che nella giornata odierna hanno inviato al Presidente della Campania Vincenzo De Luca i suggerimenti per la Fase 2. Ricci, Buonavita e Sgambati si dicono alquanto soddisfatti del lavoro svolto dalla Regione nella Fase 1, che il Presidente abbia inteso recuperare il contributo anche delle parti sociali, modello vincente e che, anche dalle sue dichiarazioni appare chiaro che il percorso condiviso sarà rispettoso delle regole previste dal Governo.

Per Cgil, Cisl e Uil della Campania non dovranno essere consentite deroghe alla normativa vigente, agli accordi con il Governo ed ai protocolli nazionali, sulla cui applicazione puntuale la Regione Campania deve assicurare la massima vigilanza. Punto di partenza, quindi, per la fase 2 dovrà essere il “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus covid-19 negli ambienti di lavoro” sottoscritto da Governo e Parti sociali il 14 marzo scorso.

Gli altri punti sui quali, per il sindacato confederale campano, occorre intervenire sono Sanità, prevenzione e medicina territoriale; accordo regionale con ABI per rendere più semplice l’accesso alla liquidità per le aziende; investimenti in risorse economiche a cominciare dai settori che sostengono in maniera prevalente il PIL della Campania (turismo, commercio, agro-alimentare, edilizia, manifatturiero e artigianato); trasporti, attraverso l’implementazione del servizio e dei relativi mezzi da utilizzare e il conseguente incremento delle risorse umane e strumentali a supporto.

Per quanto riguarda le misure di sostegno vanno previsti interventi immediati orientati alla fiscalità di vantaggio, attraverso l’azzeramento delle addizionali regionali per i contribuenti rientranti nei primi due scaglioni di reddito e dell’Irap per le PMI, nonché il monitoraggio e controllo dei prezzi. Va previsto, inoltre, l’assoluto divieto di licenziamenti da parte delle aziende, tanto di quelle in attività che delle imprese che riapriranno nella “Fase 2”, in particolare le destinatarie di finanziamenti, incentivi e altre forme di sostegno o agevolazione.

Cgil Cisl e Uil chiedono una regia da parte della Giunta Regionale, che dovrà farsi garante di tutto il processo, coadiuvata in questa delicata funzione da Prefetture, Associazioni Datoriali ed Organizzazioni Sindacali, attraverso la costituzione di un Comitato Regionale permanente sull’emergenza con compiti di monitoraggio sulla corretta applicazione delle norme condivise, che dovranno poi essere raccolte in un apposito Protocollo tra le Parti, e con il coinvolgimento attivo delle aziende sanitarie locali per quanto attiene alle attività ispettive e di vigilanza.


Articolo pubblicato il giorno 17 Aprile 2020 - 21:16


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