Il primo giorno doveva partire con 30 test rapidi per i sanitari all’ospedale Cardarelli di Napoli. Ma la voce si e’ sparsa in corsia e se ne sono presentati 100, tutti sottoposti al test. E’ iniziato cosi’ lo screening di massa nel piu’ grande ospedale del Mezzogiorno ha una palazzina, la M, dedicata interamente al virus, con un pronto soccorso dedicato. I viali dell’ospedale, di solito affollati di malati e parenti, sono vuoti, ancora di piu’ del quartiere collinare circostante. In corsi si respira paura, le visite sono state nettamente tagliate, i medici hanno vissuto settimane di paura. “Il 2 marzo – racconta un’infermiera – un collega di reparto e’ risultato positivo. da allora e’ a casa con la febbre e ha difficolta’ respiratorie. Da allora siamo stati tutti in ansia ma abbiamo continuato a lavorare in ortopedia. Ora questo test ci tranquillizza”. La donna riceve il risultato, e’ negativa. Sui 100 di stamattina sono in tre i positivi, che sono stati rinviati a fare il tampone tradizionale e avranno la risposta in 2-3 giorni. Accanto a lei una sua collega riceve il responso, anch’esso negativo, e urla: “Evviva! Speriamo che a tutti siano cosi'”. “Venivo a lavorare con una forte ansia – racconta – anche per la mia famiglia, quando arrivo a casa non li tocco, ho paura di far loro del male.
E’ bellissimo sapere che il test e’ negativo, bellissimo proprio, ho voglia di abbracciare la mia famiglia”. Davanti alla porta della stanza del centro trasfusionale, che si e’ offerto di praticare lo screening di tutti i sanitari del Cardarelli, Michele Vacca, il primario, sorride. “Il test – dice – sta dando grande serenita’ agli operatori, in tanti si sono autoisolati nons apendo se sono positivi. Abbiamo letto nei loro occhi una rinnovata serenita'”. Il test rapido e’ un spillo che punge il dito e preleva una goccia di sangue “da’ il risultato – spiega Vacca- in dieci minuti, rileva la presenza di anticorpi contro il covid. E’ uno screening sierologico quindi ha profili di alta sensibilita’ e di discreta specificita’. L’operatore che si presenta al test negativo e’ sicuramente negativo, se vengono fuori positivita’ invece l’operatore deve fare il tampone”. Tampone che si potrebbe presto fare anche al Cardarelli, dove c’e’ una macchina capace di farne 180 al giorno, ma mancano i reagenti: “C’e’ un’enorme domanda mondiale e le forniture sono lente – spiega Vacca – aspettiamo che ci arrivino presto”. In fondo al corridoio una dottoressa del team di Vacca sorride. Ha fatto il test stamattina: “In tanti dottoressa – dice – ci siamo autoisolati dalle famiglie ma ora questo test ci da’ la serenita’ per continuare al meglio la nostra opera assistenziale. A casa vivo con mio figlio, manteniamo le distanze di sicurezza perche’ non so mai cio’ che porto a casa. Stasera non lo abbraccio ma sicuramente mi avvicino centimetro in piu'”.
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