Il governo ha scelto ufficialmente l’app che servira’ ad accelerare i tempi del tracciamento del contagio del coronavirus e contribuire alla gestione della fase 2. Si chiama Immuni e risponde ai criteri fissati dall’Europa: volontarieta’, anonimato e uso della tecnologia bluetooth. Ma per farla funzionare bisognera’ convincere il 60% degli italiani ad utilizzarla. Mentre gli esperti chiedono di pubblicare il codice sorgente dell’app per avere piu’ chiaro l’uso ed eventuali vulnerabilita’, anche dal punto di vista della privacy. Per la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, “gli Stati membri hanno le linee guida per sviluppare applicazioni utili nel rispetto della privacy”. “E’ uno strumento che velocizza il tracciamento dei contatti”, afferma Silvio Brusaferro, direttore dell’Istituto Superiore di Sanita’. L’app Immuni sara’ testata prima in alcune regioni e poi estesa, come spiegato da Domenico Arcuri, commissario per l’emergenza, che ha firmato l’ordinanza in cui e’ indicato il sistema di ‘contact tracing’ della societa’ Bending Spoons di Milano, prima tra le oltre 300 proposte arrivate al ministero dell’Innovazione.
La societa’ e’ stata creata nel 2013, i fondatori sono cinque trentenni, ha sviluppato oltre 20 app per un totale di 250 milioni di download. Nel 2019 ha registrato 90 milioni di fatturato, a luglio scorso ha ceduto il 5,7% del capitale ad un pool di investitor tra cui la H14 dei figli minori di Silvio Berlusconi. “Faremo del nostro meglio”, dice l’AD Luca Ferrari. Bending Spoons (“piegare i cucchiai”, un omaggio al film Matrix) ha realizzato il progetto insieme al fisico Luca Foresti, Ceo del Centro Medico Santagostino, e alla societa’ di marketing Jakala. “L’app da sola non serve a nulla – precisa Foresti – va inserita in una strategia ad hoc del governo che aiutera’ l’uscita dalla crisi nella fase 2, fatta anche di test e gestione territoriale della salute. Noi abbiamo fatto un menu’ delle caratteristiche tecniche, le funzionalita’ definitive andranno inserite in un disegno globale del governo”. In particolare il Centro Medico Santagostino, si e’ occupato di mettere a punto il ‘diario clinico’, altra componente dell’app Immuni oltre al tracciamento, che “raccogliera’ informazioni cliniche rilevanti per il Covid-19 e sulla base delle risposte dell’utente fornira’ informazioni o indicazioni, anche in questo caso, a seconda di quello che il governo vorra’ fare”. Secondo l’ordinanza di Arcuri, Bending Spoons “agira’ senza corrispettivo”, dando la licenza d’uso e il codice sorgente dell’app al governo. “Sarebbe utile che il codice sorgente venisse reso pubblico come accaduto in altri sistemi di tracciamento europei e a Singapore. Serve ad analizzare l’app in ottica di sicurezza e privacy oltre che a scoprire eventuali vulnerabilita’. Un sistema di ‘contact tracing’ nazionale introdotto nel corso di una pandemia e’ una infrastruttura critica con un rischio associato altissimo”, spiga all’ANSA Andrea Zapparoli Manzoni, esperto internazionale di cyber security governativa. Oltre alla sicurezza, c’e’ il tema della volontarieta’ dell’app. Secondo uno studio dell’Universita’ di Oxford, per essere efficace un’app di tracciamento deve coprire circa il 60% della popolazione. Quindi sei italiani su 10 dovrebbero scaricarla. “Rendere le app facoltative non serve a nulla”, dice il giurista Giuseppe Valditara, dell’Universita’ di Torino, promotore dell’appello firmato da 150 esperti per una fase 2 in sicurezza. E il presidente del Consiglio Superiore di Sanita’ Franco Locatelli lancia un appello agli italiani affinche’ scarichino l’app Immuni.
Articolo pubblicato il giorno 17 Aprile 2020 - 21:52 / di Cronache della Campania